LA RABBIA. "[...] Che tra l'altro anche i bambini si arrabbiano, provate a levargli la tetta, o affibbiategli una punizione (giusta e/o ingiusta) e poi vedete. La minaccia ad un piacere conquistato può portare a rabbia. La voglia di libertà e di indipendenza. La paura trasformata in odio per aver fatto una figura di merda (o non volerla fare). La voglia di giustizia. Quando sei arrabbiato vuoi mandare affanculo quell'altro, o ti vuoi vendicare, oddio quanto ti odio e non mi piace quello che fai! Alle volte la rabbia è utile, fa avvicinare le persone, serve per ridarti la libertà, ma altre volte quando è troppo è troppo, e allora scoppia tutto dentro e chissenefrega se ti perdo per strada, anzi pure meglio perché sittepijo te gonfio. Epperò alcuni fantocci -che fanno finta di essere forti e sereni pure quando sono incazzati- dicono: 'No, sai, non sono mica arrabbiato, sono solo un po' alterato, corrugato, alterato, pensieroso, corrucciato'. Per non parlare del gruppone degli irritati. Una volta l'amico mio Paolino mi ha detto: 'Quando è arrabbiato il cane mio digrigna i denti, invece io faccio finta che rido...ma i denti li caccio fuori uguale". Ma noi siamo esseri evoluti e fingiamo meglio dei cani. Oppure abbiamo imparato a controllarci, ma dentro l'animale che è in noi è rimasto sveglio, e rugge da spavento. Fin da piccoli c'hanno detto di controllare la rabbia, di stare calmi e buoni, sennò ti si annebbia il cervello, o ti viene l'embolo o te se gonfia la vena. È pure vero che se ognuno di noi al mondo realizzasse appieno il desiderio di rabbia, penso che sulla terra rimarremmo in 12, tolto Gesù Cristo che pure lui era incazzoso forte (per non parlare del padre). Ma la domanda sorge spontanea: È giusto ribellarsi quando è giusto? Quando uno sta sotto -schiacciato- è giusto che si tiri su? La risposta per me è sì, basta trovare le forme migliori per riappropriarsi della dignità e del senso di giustizia". (Memorie di un adolescente, 2007, A. Battantier, Pio Albertello, 21a).
"Un vento caldo è dentro me, ho l'anima in tempesta. La rabbia, accumulata da tempo, mi ha assalito, io ci ho lottato, c'ho provato eppure m'ha riempito, m'ha divorato, mi sono gonfiato, mi sono scatenato, tutto è uscito e a un certo punto sono come rinsavito, ma oddio come mi sento stanco ora che il vulcano mio ha sbollito". (Andrea Battantier, Arrabbite, 1990).
"La rabbia sta dentro di noi, si cova e si gonfia ed ha una forza sua, e ti si mangia se non t'inventi qualche cosa per farla uscire via da te. Altrimenti ti scoppia tutto dentro e pure se non te ne accorgi in silenzio muori. Ma siccome mia nonna diceva che quando arriva la rabbia è troppo tardi (come un attacco di panico, che è rabbia da conflitto inespresso) sarebbe da pensarci prima a controllarla, risalendo alle cause. Perché la rabbia si cura con la prevenzione, sciogliendo i conflitti interni irrisolti (e pure quelli sociali)". (Memorie di un adolescente, 2007, A. Battantier, Pio Albertello, 21a).