L'ORA È NELL'OCCHIO DEI GATTI. "Un giorno un ragazzo elegante camminava frettoloso per le vie di un mercato e, accorgendosi di aver perso l'orologio, chiese, ad un'anziana filatrice di lana, che ora fosse. L'anziana, placida rispose: "Attendete, tra poco passa il mio gatto!". Il ragazzo, sorpreso e, quasi infastidito, stava per andarsene sbuffando quando, da un vicoletto buio, sbucò un grosso gatto bianco e nero che saltò dritto dritto sulle gambe della sua umana, accoccolandosi nella gonna. L'anziana, teneramente, gli prese il musetto e fissò negli occhi il suo gatto. Poi, disse al ragazzo: "È quasi mezzogiorno". Ed era vero. Perché nei gatti si legge l'ora del mondo, di giorno o di notte, un'ora che non si misura, immobile e veloce, è l'ora dell'eternità". (Memorie di una fiaba, 2007, Andrea Battantier, leggendo Ch. Baudelaire, Le Spleen de Paris, Petits poèmes en prose, 1864).
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".