"Avevo 26 anni. Ricordo la mia conversione al veganesimo, quando compresi che la carne è il corpo morto di qualcuno che avrebbe desiderato continuare a vivere. Mi ero persa nel bosco, sul Monte Amiata, con il mio ragazzo. Camminammo 3 ore, forse più, cercando more e bevendo acqua a una fontana. In serata giungemmo in un insperato chioschetto, al limitar del bosco. C'era un cartello giallo, con una scritta nera, diceva: FERRAGOSTO, OGGI LASAGNE E ABBACCHIO. Io esclamai affamata: "Dai Mirko, entriamo, anche se il chiosco è misero, ci voleva". Un anziano dalla folta barba, che anni dopo ho riprovato a disegnare, se ne stava appoggiato ad una staccionata ed esclamò, senza guardarci: "È sempre misero un posto in cui si serve un abbacchio. Ovvero, un agnellino giovane, un lattante, destinato fin dalla nascita al macello". Poi si allontanò. Entrai, mangiai del cocomero, solo cocomero. E da quel giorno qualcosa cambio per sempre in me". (A. Battantier, Memorie di un amore, 2018, Anima Lisa, 44 anni).
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".