CONCENTRATI DI PIÙ... DÙ PALLE. "Fin da piccolo ecco la parola che mi hanno fatto odiare di più: LA CONCENTRAZIONE. Mio padre, mamma, le maestre. Eppure non sarebbe una brutta parola, ma davvero, gli adulti te la fanno odiare. In realtà sarebbe mettere tutta la tua energia in un punto solo. È che io per loro mettevo l'energia nei punti sbagliati: correre sui prato, scrivere una specie di poesia, la chitarra, vedere i gatti come fanno amicizia oppure a botte. In realtà mi concentravo a modo mio già allora. Ma quando mi dicevano: CONCENTRATI su quella pagina, ecco che andava via tutta l'ispirazione.
Forse gli adulti non capiscono che il DOVERE CONCENTRARSI allontana dalla concentrazione. Ma quando un giorno la mia amata prof di Italiano mi ha preso per mano, leggendo le mie poesie e confrontandole con quelle di Leopardi, siamo entrati in un mondo bellissimo di amore e partecipazione. E la concentraziome è arrivata da sola (ho preso pure 7 in italiano, un record per me che dicevano che ero iperattivo). Da piccolo non mi sono sentito desiderato, apprezzato, valorizzato. Ho provato dolore, ma poi i ricordi brutti si possono superare con esperienze (e persone nuove). È la mia vita e posso provare a cambiarla. Anche con le arti marziali ho capito l'importanza della concentrazione. Ma è il maestro che mi ha fatto capire l'importanza di stare serio e attento. E pure lo stare tutti insieme noi ragazzi e ragazze sul tatami. Partecipando ognuno alle vite degli altri". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, Adriano Lee, 17 anni. MIP LAB 6). #miplab
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".