"Ho 16 anni e mi sa che ho esagerato con l'erba. La fumo la mattina appena sveglio -non mi fa pensare alla giornata che inizia-, durante la mattina -lo so che sembra strano, ma è per tirarmi su-, dopo pranzo -mi aiuta a digerire-, il pomeriggio mi rilassa, e la sera mi sballa mischiarellandola con le birrozze. La notte invece la fumo quando non prendo sonno, cioè sempre. Mi piace sentirmi libero, dalla testa al corpo. Libero e leggero, senza alcuna importanza alle pesantezze della vita, anzi, come dico con la ragazza mia, senza akuna matata. Prima mi piaceva quando non ricordavo niente, ma ultimamamente ho iniziato ad avere la capoccia con la nebbia fitta dentro. Mi sento mezzo morto, ma leggero. Ma a sto punto sti cazzi che stai leggero da morto. Meglio stare un pochetto pesante ma da vivo, no!!? Parlo sempre meno, anzi che scrivo questa lettera, pure se è da un mese che la scrivo e non la finisco mai. L'altro giorno sono partito da Prima Porta per andare a scuola a Ostia per le interrogazioni. C'ho messo 1 ora e mezzo (Roma fa cagare per i mezzi pubblici perché i politici se magnano i soldi invece di fare la metro per noi), e quando sono arrivato davanti scuola, mi sono ricordato che la scuola è finita da mó, e che ero stato pure bocciato. Pensa come sto. Mi scordo tutto. A volte penso che a furia de fumà me só fumato er cervello. Ma io vorrei fumare di meno, mica smettere. Epperò fumare mi regala un senso alla giornata. Le ore passano diverse, anzi passano, altrimenti senza fumo la vita è una marcia della disperazione. Penso che sia bello fumare, ma vorrei imparare ad essere meno dipendente. In fondo io per vivere, avrei bisogno di bere, mangiare e respirare. E di sogni veri. Ma ne vedo pochi intorno a me. Una volta ho letto su un muro: datemi un sogno, perché questa realtà mi sta uccidendo. A settembre voglio ritornare a studiare almeno na nezz'oretta al giorno, e poi fare sport, cambiare amici troppo tossiconi ributtati. Vorrei uscirne a testa alta, senza smettere di fumare, però un conto è come dice il prof (un mito)..."una volta ogni tanto, come un lusso che vi concedete...", un altro è sballarsi il cervello per paura di vivere soli con se stessi in un mondo infame. Un'altra cosa che dice il prof è che il poco fumo ti fa bene se stai bene, tanto fumo ti fa male se stai male. Come a dire che se io sto sereno e in pace con me stesso, posso pure fumare disteso su di un'amaca in qualche isola caraibica. Ma se sono ansioso, depresso, paranoico, allora il fumo amplifica questi stati d'animo. E siccome io de sti tempi sto una chiavica, ho detto tutto. Mi sa che devo da spurgare qualche mese, solo decotti e tisane di nonna Gina. Mi manca troppo l'aria, devo risalire da sta fossa della maria. Ciò 11 mila metri di peso d'acqua sulla capoccia e me sà che me c'èntrato dentro pure un pesce palla là ar cervello. Serve tempo per riprendersi, ma soprattutto serve una strada dove andare, riparlare con mio padre, lavorare o finire di studiare, trovare un nuovo senso, una passione. E un po' di fiducia in me stesso, che magari non guasta. Altrimenti è tutto un ca...nnone! Vorrei tornare a fumare stando bene, come momento bello di una giornata bella, e non come fuga dalla realtà. Ps: certo che però sto mondo però fa un popo' schifo ehh!!?? Voi grandi ve sete fatti li cazzi vostra e c'avete lasciato solo la monnezza!!!". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2015).
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".