Tutto pronto per la giornata mondiale sulla prevenzione del consumo di alcol.
Gli esperti sono preoccupati: troppo alcol tra i giovani.
In Italia, infatti, più della metà delle vittime degli incidenti stradali è causata dall'alcol (e dalla velocità): 200 giovani se ne vanno così, ingloriosamente, altro che il gusto vero della vita.
Si beve sempre di più, soprattutto tra gli adolescenti. Queste le motivazioni in ordine decrescente (sondaggio MTN, 700 intervistati, 12/20 anni):
Bevo perché...
"...Parlo di più, e meglio" (80%),
"...Mi fa sentire più sicuro (68%)",
"...Per fare qualcosa con gli amici (45%)",
"...Mi sento diverso e speciale" (43%),
"...Fa scena con gli amici" (23%),
"...Non sappiamo che fare (16%)",
"...Per lasciarsi andare (11%)".
Si inizia a bere molto presto, il 15% prima dei 9 anni, "Perché c'è la pubblicità in tv" (54%), ma anche perché "I genitori mi dicono di non bere, ma poi loro bevono (45%)".
Bere prima dei 15 anni risulta particolarmente dannoso per l'organismo perché a quell'età l'apparato digerente non ha completato la maturazione necessaria a smontare l'alcol per digerirlo e, inoltre, risulterebbe ancor più dannoso per le femmine, che riescono ad eliminare la metà dell'alcol ingerito rispetto ai maschi.
La novità di quest'anno (presentata al Congresso di Mosca) per la lotta all'alcol, è rappresentata, tuttavia, dalla RU-T05, una pillola che, paradossalmente, aumenterebbe gli effetti piacevoli della sbronza, da un lato, eliminando l'irritazione e la rabbia che subentrano spesso dopo l'euforia iniziale, dall'altro, aumentando il periodo di euforia e la voglia di stare insieme.
La pillola, che sarà messa in commercio nei prossimi mesi, è basata su un estratto della vite ed ha un impatto positivo sullo smaltimento dei superalcolici da parte del fegato.
E’ stata concepita come uno strumento di lotta contro la depressione, perché “Bevendo si sta bene, è dopo che si sta male, quindi con la RU-T05 si sta bene prima, durante e dopo”.
Lo sostiene Martens, uno dei ricercatori americani che, insieme al russo-polacco Solynsky, ha brevettato la pillola.
“E’ vero che il processo di autodistruzione procede ugualmente, ma, almeno, ci si diverte nel mentre” sostiene forse un po’ troppo cinicamente Solynsky.
La RU-T05 era nata su commissione KGB: le spie negli anni ’50 e ‘60 ne avevano bisogno per simulare ubriachezza (bevendo) pur rimanedo perfettamente lucidi.
Chi l’ha provata non esperisce quel senso di smarrimento e di cranio schiacciato, e si salva la giornata anche dopo aver ingerito 6 litri di liquore (42°).
Sarà il mercato a decidere il successo della RU-T05, ma, intanto, la pilloletta al gusto di lampone ha già suscitato più di una polemica.
Ha vinto il premio “Médecine Pharma 2005”, eppure, alcuni eminenti medici, si sono scagliati contro quella che definiscono “una droga che colpisce subdolamente” (Lind) e che “uccide il fegato senza fartelo sapere” (Tyler).
Il soggetto, infatti, “non si sentirebbe torturato dai sensi di colpa e dai postumi di una sbronza comunque rivelatrice di patologia alcoolica” (Tyler), alimentando il senso di euforia e di onnipotenza, tipico del bevitore al primo stadio.
Eppure le critiche di Tyler sono ridimensionate dalla una parte della comunità scientifica che, ironicamente, ha dichiarato, per bocca del professor Jonsson: “Tyler, Lind e pochi altri, attaccano la RU-T05 perché avrebbero voluto inventarla loro!”.
Il brevetto RU-T05 è stato ceduto da un équipe di scienziati russo-americani, guidati proprio dal professor Jonsson, alla MEDLAB, la più importante multinazionale farmaceutica. (di Andrea Battantier)