CERTE VOLTE CHI SI ACCONTENTA GODE...COSÌ COSÌ. "Chi si accontenta alle volte gode. Chi non s'accontenta mai si corrode. Chi si accontenta troppo muore. Eppure, c'è differenza tra l'accontentarsi e l'essere felici. Alcuni accettano quel che viene, può essere un bel fatalismo positivo (alle volte accontentarsi non è la fine del mondo, è prova di maturità). Ma in altri è lasciarsi andare alla deriva, farsi mangiare dall'ignavia, non tentare nemmeno di realizzare il proprio sogno. Spesso è facile accontentarsi. Difficile è vivere per realizzarsi. È bello, quando credi in qualcosa, e se non andrà bene, non sarà la fine, ma almeno ci abbiamo provato fino in fondo, senza troppi rimpianti per i sogni perduti. Gode anche chi finge che vada tutto bene? Chi nasconde l'amarezza di una vita mal spesa? Chi sembra sorridere, e invece porta in faccia il beffardo ghigno della disfatta senza aver neanche combattuto? Ognuno ha la sua strada per cercare la felicità. È una strada che implica cambiamenti. I cambiamenti fanno paura. La paura blocca. Chi si blocca talvolta si auto inganna per stupido orgoglio: Il destino è il nostro compito". (M. Thompson Nati, I Paradossi dell'Io, 1995).
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".