LA DIFFICILE ARTE DEL PERDONO. "Va bene, sto cercando di non prendere più nulla in modo personale. Dice il maestro mio di Arti Marziali che gli altri non fanno nulla a causa tua. E che ognuno ha un viaggio suo e un sogno suo, e dice tu pensa al tuo Giannì. E va bene. Ho perdonato mio padre che c'ha lasciato che avevo 2 anni. Ho perdonato mamma che, colla scusa che ce voleva dà un padre ce n'ha dati artri 5 in 10 anni (aò, nun se poteva fà nà scopata e basta, senza facce tribolà a me e mi sorellina!?). E poi ho perdonato Licia quanno s'è messa cò Germano l'amico mejo mio (pensa quelli peggio). E ho perdonato pure Germano. Va bene, forse se perdoni nun sei più vittima di sofferenze inutili. Ma il maestro mio c'ha 50 anni e fa meditazione, yoga e Taccituan o come se chiama. Io c'ho solo 16 anni e perciò ve dico, e vabbè ve perdono, epperò mò nnatevene tutti affanculo". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2014, Gianni Diktick).
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".