PERSONE, NON SCHIAVI. "Non si deve sapere niente di me, non si deve sapere il posto, non si deve sapere da dove vengo. Tanto sono abituato ad essere un fantasma ed ora vi racconto se avete un po' di tempo.
Da una parte voglio dire queste cose.
Ma ho paura.
Non bisogna dire nulla: né come mi chiamo, né dove lavoro.
Dovete sapere che alcune persone italiane che hanno dei contratti e che lavorano regolarmente pagate in realtà non lavorano sempre.
Io sono una persona arrivata da cinque anni dal mio paese dell'Africa, non posso dire di più.
Ti basta il continente tanto è tutto uguale per noi migranti.
Io mi sono trovato il modo di essere utile alla società.
L'inizio è stato che pulivo i marciapiedi, sono stato uno dei primi, invece di chiedere i soldi senza fare niente. Insomma raccoglievo la spazzatura e le foglie secche.
Poi, siccome sono una persona simpatica ho iniziato ad aiutare a portare la spesa e l'acqua all'ascensore o a casa.
Poi un giorno un signore che lavora nei parchi mi ha detto:
"Vuoi darmi una mano?". E ho raccolto tutta la spazzatura.
Poi ho saputo che deve fare lui queste cose ma io l'ho aiutato, lui è stato gentile con me.
Ecco perché non si deve sapere nulla.
Poi mi ha chiesto di fare altri lavori anche per suoi amici: raccogliere la spazzatura ma anche innaffiare delle piante che avevano piantato, e con un decespugliatore pulire l'erba alta che era venuta.
Mi occupo di tantissime cose dentro questi parchi, sono pagato.
E sono contento.
Sono anche riuscito a avere un posto dove dormire.
Però quello che voglio dirvi è una cosa bella, non è una cosa brutta contro l'italia.
È che noi in realtà possiamo servire molto al paese.
È bello essere di aiuto per migliorare questo paese e non soltanto se uno è fortunato che trova qualcuno che lo fa lavorare anche se sempre di nascosto.
Perché io devo lavorare di nascosto.
Sono come un fantasma, non mi devono vedere che faccio questi lavori.
Ad esempio sembra strano ma quando piove tanto io lavoro tanto.
Io sono contento perché quando piove nessuno va al parco e mi chiamano a lavorare.
Oppure alle volte faccio dei lavori delicati e pesanti. Ma quando è la sera perché non c'è più nessuno e io chiudo anche i cancelli.
Io sono contento, penso di essere anche fortunato. Perché sono utile e mando qualcosa alla mia famiglia.
Il mio sogno è che tante persone possono aiutare questo paese senza essere trattate male. Non siamo tutti quanti senza voglia di lavorare.
Vogliamo avere la possibilità di faticare per guadagnarci il nostro pezzetto di mondo.
Io ho tanti, amici, fratelli, che lavorano nei campi. Sono schiavi". (Memorie di una panchina, A. Battantier, Moh Ba, 2019).
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".