"Mi ritrovavo come al solito all'interno del centro commerciale a portare avanti il mio lavoro: Guardia giurata in borghese.
In pratica faccio finta di essere un cliente. Per ore, ore ed ore continuo a girare tra le corsie degli scaffali alla ricerca di qualche discolo furfante da placcare e segnalare alle direzione.
L'altro giorno mi è capitato un fatto strank. C'era un bambino intento a succhiare il seno di un manichino.
Avrà avuto fame, o si trattava di un ragazzino precoce?
Non c'era nessuno attorno a lui, sembrava solo, totalmente assorto in questa attività che, evidentemente, gli donava gran godimento, nonostante fosse un mero surrogato.
Io mi sono piano piano avvicinato:
"Ehi bimbo? Che fai?".
E lui, con noncuranza, mettendo a posto il reggiseno mi risponde:
"Niente!".
"Dov'è la mamma tua!?".
"La mamma mia non c'è".
E se n'è andato a passo veloce verso le casse.
Io dietro ho continuato:
"Ma con chi stai?".
"Mi chiamo Poldino, sto con la nonna...la nonna mi vuole bene".
Poi è arrivata la nonna preoccupata all'idea di averlo perduto.
La nonna ha pagato e insieme sono usciti mano nella mano.
Ma quello che mi ha colpito è il finale di questa storia.
Il bambino è tornato indietro e mi ha detto:
"Signore, mettete un vestitino a Isabella che sennò prende freddo".
Allora io ho preso una felpa e l'ho messa su Isabella".
(Memorie di un amore, memorie di un bambino, A. Battantier, Roberto Ronconi, 2019)