FINIRE A FAR PIPPETTE ALLE MACCHINETTE. "Vasta operazione dei carabinieri, arresto di 38 persone affiliate ad un ex boss della Magliana. Avrebbe il controllo mafioso del settore 'gioco d'azzardo': slot machine, videolottery, giochi e scommesse on line".
"Lo chiamano gioco. Una volta al al bar c'era il biliardino. Lo chiamano gioco. Gioco di menti malate che bramano tutto e subito non accettando la sconfitta e il più faticoso qualcosa un po' alla volta. Si sa, vince chi non gioca. Quelle macchinette sono studiate per rubarvi tutto, finanche il midollo e l'anima. Quanta solitudine, finire a far pippette alle macchinette. Scusate se sono irriverente. Noi da giovani facevamo lo stesso movimento ma era più divertente. Meglio sarebbe sedersi al bar a raccontarsi le vite davanti ad una tazza di qualcosa. Ah, già, ma devi avere qualcosa da raccontare. Oppure, al contrario, hai smesso di parlare per il troppo da raccontare. E allora dai, droghiamoci di vita fatua. Il gioco d'azzardo dovrebbe essere bandito in un paese civile. Persone a giocarsi l'anima, e dietro i concessionari a sogghignare, quelli che non pagano le tasse, spalleggiati dalle mafie. Il gioco d'azzardo è la terza entrata dello stato. Andrebbe sradicato da qualsiasi negozio sotto casa. Molte rivendite poi, non rispettano neanche la distanza minima di sicurezza dalle scuole. E le sale bingo si mangiano le librerie. E la mia vicina esce di casa per fare la spesa e torna a casa con il carrello vuoto, perché si gioca tutto. Ormai va a fare la spesa scortata dalle figlie. La signora Lia spera di arricchirsi con una botta di culo. Ma non sa che la vogliono rinchiudere in casa di cura". (Memorie di una dipendenza, A. Battantier, Umberto R, 56 anni).
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