Anni addietro avevano un amico un po' così, Ferruccio detto Tetano, sempre in mezzo a smentire, a dire la sua:
"Ehh...ma io ho ragione!".
Tanto che Serenetta gli disse un giorno esasperata:
"Si può essere saccenti pure se hai ragione e sai sempre tutte le cose...perché tu ostenti rumore rubando spazio al silenzio!".
"Non sono d'accordo" lui diceva sempre.
E va bene, glielo dici quando la vedi, le scrivi una cosa, non ti metti in piazza a gridare la ragione.
Ma secondo me quando uno è presenzialista c'è poco da fare...non è possibile tornare indietro.
La scienza si basa sulle evidenze ma non è che la scienza deve necessariamente cacare il cazzo.
Michela non si è lasciata andare allo sconforto, ha accettato la sua situazione con dignità e coraggio.
Non è obbligatorio ribadire, rilanciare, far dei distinguo.
Tu, medico, hai espresso un parere.
Hai consultato la cartella clinica di Michela? Conosci il suo percorso ed il suo rapporto con la malattia?
Nessuno di noi sa come si comporterà in una determinata situazione finché in quella situazione non ci si trova.
Michela sembra aver accettare la fugacità della vita e la naturalezza della morte, l'accettazione, l'abbraccio della fine.
La morte è parte della vita.
La ricerca medica non è l'unica via.
Alle volte il malato è stanco, non ha più il tempo di attendere la statistica ed i progressi della scienza.
La morte è una possibilità di essere che l'esserci stesso deve accettare.
Heidegger dice che bisogna anticipare la morte, vuol dire che l'Esserci deve vivere con la consapevolezza di essere anche per la morte, di viverla come se fosse reale, epperò cercando di godere di più la vita.
(A. Battantier, Italien Neandertalien, Memorie di un amore, Michela)