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Visualizzazione dei post da 2025

IL DOLORE E LA FORZA DELL'AMORE (Quella di un genitore è la perdita definitiva del porto sicuro. Il sollievo è la vergogna segreta di chi sopravvive. È un diritto. La sofferenza di chi amiamo è una prigione per entrambi. La sua fine è una liberazione per il carceriere e per il prigioniero)

L'amore va coltivato con l'amore. Anche quando la vita ti spara addosso! Chiedi a tuo padre di finire le sofferenze di tua madre e poi lei muore nel compleanno di papà. Se non ridi, piangi.  L'unica risposta è strapazzarsi di coccole, finché si può. Tutto finisce, sì, certo, per la fisica si trasforma.  Epperò, intanto, quel corpo che ha dato la vita nega l'ultimo abbraccio, lasciando un vuoto che non sappiamo riempire, una voragine che ci ricorda la precarietà di ogni amore; a qualunque età non si è mai preparati abbastanza. La rabbia di non averla più, la frustrazione di sentirsi improvvisamente abbandonati, privati di "punto fermo". La sofferenza nasce dalla lacerazione di un legame. Forse quella richiesta a papà non è stata solo un gesto di pietà. Forse era l'anima che riconosceva il momento del ritiro. Mamma era già partita, il corpo era un guscio. Il suo compito era finito. Quel respiro, così pesante da emettere, così leggero da disperdersi per sem...

MIO ZIO E IL GIARDINO DELLE ILLUSIONI PERFETTE (Quella ricerca della perfezione non era un tratto caratteriale, era la sua prigione. Qual è il confine tra la ricerca della perfezione e il perfezionismo maniacale?)

L’odore della terra zuppa dopo la pioggia, misto all’aspro sentore della clorofilla appena recisa, annunciava le sue battaglie. Zio Gennaro non coltivava un giardino; lo domava. Per lui, quel quadrato di terra dietro casa non era un luogo di piacere, ma un manoscritto in continua riscrittura, un testo illeggibile che lui si ostinava a correggere con la maniacalità di un copista medievale. Ricordo ogni suo gesto come un atto di fede in un dio assente (e infatti le maledizioni si sprecavano). Gli aghi di pino, le foglie, in particolare, erano il suo nemico personale. Non le vedeva come il naturale prodotto degli alberi, ma come una sfida esistenziale, un’offesa alla geometria dell’universo. Le raccoglieva con un rastrello la cui dentatura doveva essere perfettamente allineata, in un movimento che era sempre uguale a se stesso, un andante metodico e disperato. Il fruscio delle foglie ammucchiate era il suono della sua temporanea vittoria. Le osservava, infine, bruciare in un falò ...

LA STAZIONE

La stazione è il limbo tra l’essere figli e il diventare sé stessi. Partiamo con valigie che crediamo piene di ideali, e invece sono vuote. Le ambizioni si rivelano, talvolta, cartelli sbagliati. I volti amati -la madre sotto l’orologio fermo- restano piattaforme fisse, mentre noi saliamo su treni dai finestrini opachi. Elaborare il lutto dell’adolescenza significa accettare di non sapere dove si va. Significa riconoscere i rimpianti non come fallimenti, ma come biglietti già obliterati. I sogni non muoiono, si trasformano in silenziosa dignità: il coraggio di viaggiare leggeri, con la malinconia come unica compagna di viaggio. Perché nulla della nostra storia precedente si distrugge. Si trasforma nel movimento stesso del treno che, finalmente, parte. *** La valigia era vuota. Asia lo sapeva perché l’aveva aperta e richiusa dieci volte, in piedi nel mezzo di quella stazione che non finiva mai. I binari si incrociavano sopra la sua testa, scale che portavano a gallerie che portavano ad ...

LA SVALUTAZIONE (Memorie di un bambino)

Nel tempo, la frustrazione accumulata in un clima svalutante si trasforma: diventa rabbia trattenuta, oppure aggressività esplosiva.  Oppure -in forma più gelida- si fa distacco, disidentificazione, chiusura affettiva.  Non è solo che il figlio “non ascolta” o “si allontana”: è che ha bisogno di difendersi da un ambiente percepito come emotivamente pericoloso. Svalutare un figlio non lo educa: lo divide.   Lo fa sentire solo in un mondo dove l’amore dovrebbe essere rifugio, e diventa invece giudizio. (A. Battantier, Memorie di un bambino, Mip Lab, 10/25) #memoriediunamore  #memoriediunbambino  #MIPLab 

IL PARCO GIOCHI (Chi è importante per noi ci vive sempre accanto. Con qualcuno abbiamo trascorso tanto tempo, con qualcun altro ci siamo dovuti separare troppo presto, con altri, addirittura, non abbiamo avuto nemmeno l’opportunità di scambiarci uno sguardo)

Profumano ancora, e sono ancora così colorati e vivaci come quella mattina in cui li ho comprati. Avevo deciso che non ne avrei presi tutti rosa o tutti celesti, ma di tanti colori diversi, accesi e allegri, in grado in qualche modo di spezzare la profonda tristezza di quella giornata. Mi aspettavo che oggi fossero completamente appassiti, anche perché è da un po’ di tempo che non vado più in quel giardino. Pensavo anche che non fosse giusta questa mia assenza così prolungata. Invece, questo profumo così intenso, mi ricorda che la mia presenza è sempre rimasta e che soprattutto io non ho dimenticato; ma come potevo pensare di aver dimenticato? In fondo poi, i fiori sono soltanto un simbolo, perché chi è importante per noi ci vive sempre accanto. Con qualcuno abbiamo trascorso tanto tempo, con qualcun altro ci siamo dovuti separare troppo presto, con altri, addirittura, non abbiamo avuto nemmeno l’opportunità di scambiarci uno sguardo. Io tornerò presto in quel giardino. Sembra proprio ...

QUESTO LUSSO NON MI APPARTIENE PIÙ, PURTROPPO, VIVRÀ CON ME SOLO NEI RICORDI. SE POTESSI CHIEDERE UNA COSA SOLA, IO CHIEDEREI: POSSO DORMIRE DA TE OGGI?

La paura di restare soli con il buio. È un lusso, sì, quello di sentirsi al sicuro. I ricordi sono foto sbiadite, la vita perde pezzi per strada. Ognuno ha il suo segreto, la sua miseria. La felicità è un lusso che a volte la vita ci concede. E il tuo dolore è la prova della tua capacità di provare amore. Oggi il dolore ci trasforma e lo consumiamo in solitudine. Hai imparato ad aspettare davanti a porte che non si apriranno più. Stai imparando a custodire il silenzio che resta. È lì che troverai la tua forza. Si impara a vivere con la mancanza. Come si impara una lingua straniera. All'inizio non si capisce nulla, è tutto ostile. Poi, parola dopo parola, ferita dopo ferita, si impara. E si scopre che si può vivere anche in questa nuova, aspra lingua della solitudine. C'è una goccia di pioggia su un vetro. Un gatto attraversa la strada. Un libro con la pagina che non hai voltato. È una perdita dolorosissima. E il dolore non si supera. Ora, ascolta solo il silenzio. Guarda quella...

IL LINGUAGGIO DELL'AMORE (La crisi)

L’amore, come il linguaggio, è una struttura profonda che si adatta alle superfici mutevoli. Una coppia in crisi non è diversa da un sistema linguistico sotto stress: cerca nuove regole per sopravvivere.  La crisi non è necessariamente la fine, può essere l’inizio di un'altra storia, l'incontro di due solitudini che si scelgono ancora, nonostante tutto.  Talvolta la crisi rivela la finzione della coppia, la maschera che si logora. Forse l’amore rinasce solo quando ci si ri-guarda senza illusioni.  L’illusione è credere che l’amore sia eterno per natura. È un atto razionale, una scelta rinnovata ogni giorno. La crisi è l’occasione per decidere: vogliamo ancora questo cont(r)atto?  Contatto sì, ma, a ben riflettere, il cuore non è un contratto. È una cicatrice che sanguina. La crisi è il momento in cui il silenzio tra due diventa più eloquente delle parole. Forse l’amore è proprio quel “freddo inverno” che si impara ad amare, nella sua nudità spietata, fatto di ge...

🐾🌈❤️ IL PATTO DEL CUORE

Un'altra anima nobile se ne va, lasciando tracce di luce nel cammino. Contro la malattia inesorabile si lottó, sperando in giorni più lunghi. Fonzie, forte e dolce compagno fedele, con i tuoi fratelli avete sostenuto la regina Bianca, portando conforto e gioia nel suo dolore. I tre moschettieri, un nome che vi si addice, uniti nel cuore e nello spirito. Anche se ora sei altrove, il tuo ricordo rimarrà, vivido e puro. Uno per tutti, tutti per uno, un patto di amore che non muore. Fonzie, sarai sempre vivo, un'anima luminosa splende nell'eterno. *** Quella crepa che si apre nel petto quando un animale amato ci lascia è il sigillo di un patto d'amore. C'è il dolore per una perdita, il lacerarsi di un legame che ha radici nell'essenza dell'esistenza. Ogni essere vivente amato fa parte a pieno titolo del nostro mondo emotivo, un essere senziente con un cuore che batte. Non c'è gerarchia tra loro, non c'è "umano padrone" e "anim...

LA FARFALLA SENZA COLORI

C’era una volta una farfalla che si svegliò un mattino senza colori. Le sue ali, che un tempo brillavano come vetrini sotto il sole, erano diventate trasparenti, leggere come il respiro. All’inizio pensò di aver sognato, ma poi vide il riflesso nell’acqua di una pozzanghera: non c’era più il giallo del limone, né l’azzurro del cielo, né il rosso dei papaveri. Solo due veli chiari che tremavano nell’aria. “Devo cercarli, i miei colori”, disse la farfalla. “Forse li ho persi in giro per il mondo.” Così partì. Volò verso un melo in fiore e chiese: “Avete visto il mio rosa? Era il più delicato che avessi.” I petali si agitarono al vento: “Forse è rimasto tra noi, ma guarda meglio: non ti sembra che, per un momento, tu sia ancora rosa come noi?” La farfalla guardò, ma il riflesso nell’acqua non era cambiato. Allora incontrò uno scoiattolo che, con la coda arruffata e un nocciolo nella zampa, le disse: “Perché ti agiti tanto? Le farfalle vivono un giorno soltanto, o forse due. Non fa...

IL MOMENTO DI UN NUOVO SIGNIFICATO (arriva il momento nella vita in cui tutto ciò che prima sembrava importante, inizia a perdere significato. Nella maturità l’uomo è chiamato a vivere la sua verità più profonda. Ma quale verità?)

C’è un momento nella vita che tutto ciò che prima sembrava importante, anzi, fondamentale, indispensabile, inizia a perdere significato. Te ne accorgi all’improvviso, magari mentre sei in un locale e ti ritrovi a guardare la gente che balla, parla, ride, si agita, e a te non viene che una voglia matta di scappare a casa o andare sulla spiaggia. È come se il palcoscenico su cui hai recitato per una vita intera, improvvisamente, mostrasse le quinte di cartapesta e i trucchi sciolti. Jung lo chiama il “processo di individuazione”. A me pare che l’anima, stanca di fare la comparsa, voglia finalmente vivere la sua parte. Il viaggio non è lineare, ma ciclico, una giostra,  a un certo punto, la giostra comincia a rallentare. Non si tratta più di accumulare, conquistare, dimostrare. A che serve? Napoleone, Alessandro Magno tutti impegnati a conquistare il mondo, e poi? Poi sono morti come tutti gli altri, lasciando una macchia su una cartina geografica. Nella maturità l’uomo è chiam...

LA ROSA FIORISCE (mentre attendevo con te in fila davanti al roseto di Orvieto)

La rosa non chiede. L'uomo che la guarda ci vede un simbolo d’amore. Fiorisce perché fiorisce, senza perché. Il ‘perché’ è un’invenzione umana! La rosa non ha bisogno del nostro ‘perché’! La rosa fa. Siamo ossessionati dal dover mettere un cartellino e un significato su ogni cosa nell’universo. La natura è piena di metafore sulla futilità dell’impegno. Ciò che la distingue dall’uomo è che la rosa non organizza un convegno sul ‘Senso della Fioritura’ prima di farlo. L’amore non è un fiore, è un campo di battaglia dove il ‘perché’ -’Perché mi ami?’ ‘Perché stiamo insieme?’ Perché me? Perché non me? Perché ora? Perché non come prima?- assorda ogni silenzio. La rosa fiorisce senza perché…non ha il tempo di chiedersi ‘ma io chi sono?’ Noi abbiamo troppi ‘perché’. Se una rosa potesse parlare, sentireste solo: ‘Ehi, innaffiami, scimunito!’. La rosa fiorisce, un atto di puro impegno con sé stessa, Non chiede continuamente “perché?”, non sembra preoccupata dall’impegno che una risp...

ADULT GIRL (Per guarire, deve uccidere la bambina. Ma se uccide la bambina, uccide la parte che vuole guarire. Forse la salvezza è smettere di cercare la perla. Finché non darà un nome a quei lutti e li affronterà uno per uno, la bambina continuerà a urlare perché il suo dolore non è stato riconosciuto)

Ha passato i vent'anni sognando suicidio e amore. Immaginate "un Mondo Normale", dove gli adolescenti sono imbalsamati in un rituale di "gioia spensierata e puro divertimento" obbligatorio.  Chi non partecipa viene marchiato come "Anomalo" e spedito in un centro di rieducazione dove gli insegnano a "comportarsi da adulti", usando lamette e coltelli. "Adult Girl”, un ossimoro per meglio identificare chi è stato derubato del proprio dolore adolescenziale.  Chi non mai avuto una bella dose di angoscia? Il kit del trauma contiene: ragazzini cupi, notti dimenticate e un'ostrica senza perla! La perla è stata venduta a parte, a nostra insaputa. La bambina dentro di lei non si è comportata bene. Ha voluto urlare. Hanno provato a seppellirla. La bambina era l'unica cosa reale in tutto questo casino. Il resto -il mondo normale, i ragazzi di scuola, la Forza con la F maiuscola- era tutto una cazzata. Lo dicevamo con Millo, alle panchine di ...

IL RISULTATO DI CIÒ CHE LA VITA CI HA DATO E TOLTO (Ciò che ci manca, ciò che ci è stato negato, diventa l'ossessione che ci scolpisce. Non siamo ciò che abbiamo ottenuto, siamo la forma precisa del nostro vuoto più intimo. Ciò che chiamiamo "tolto" potrebbe essere la necessità di un altro percorso. Il risultato è la chiamata del carattere, a volte attraverso la privazione)

Un fiume è il risultato della pioggia che ha ricevuto e dell'evaporazione che ha subito. Siamo il risultato di ciò che la vita ci ha dato e tolto? La vita ci dà l'innocenza e poi, con meticolosa crudeltà, ce la toglie. Quel che rimane, il nostro carattere, è il fango secco dopo che la piena si è ritirata. Siamo sopravvissuti, siamo il risultato di una lunga, ininterrotta, serie di sciocchezze. La vita ti dà aspettative irragionevoli e poi ti toglie la dignità mentre cerchi di raggiungerle. Ti dà l'idea dell'amore e poi ti toglie l'illusione ma ti svegli un poco più amareggiato ma più sincero. Ti dà la giovinezza e te la porta via senza nemmeno lasciare un biglietto. Il "risultato" è un cumulo di nervi scoperti e di meccanismi di difesa così complessi che neppure (specialmente!) chi li ha capisce come funzionano. È nel "tolto" che si annida il motore della sofferenza. Ciò che ci manca, ciò che ci è stato negato, soprattutto in termini di desiderio...

AMORE E (IN)COMPRENSIONE SESSUALE: SULLA NATURA DEL RILASSAMENTO (Cos'è l'orgasmo se non un breve, meraviglioso riavvio forzato prima che il software della preoccupazione riprenda il controllo? Lui ha vinto la sua battaglia. Lei deve ancora combattere la guerra contro il Caos)

È la trappola del "post". Lui steso sul divano. Lei già operativa con una lista di cose da fare Subito. "Hai chiuso a chiave? La bolletta del gas è pagata? Perché hai fatto quel rumore con la gola?". Non è "dopo aver fatto l'amore". È "dopo aver completato la breve procedura di manutenzione genitale maschile". Lui ha eseguito un reset di fabbrica. Lei no. Lei deve riavviare tutti i 97 programmi contemporaneamente: "Programma Lavoro", "Programma Figli", "Programma Perché quel cuscino è per terra", "Programma Cosa avrà voluto dire mia madre ieri". Lui ha solo il "Programma Pennichella". L'uomo esplode, come un pianeta morente, e poi è pace. Silenzio. Polvere cosmica che si deposita. Il sistema della donna, invece, dopo il picco di piacere, non si spegne, si aggiorna. E l'aggiornamento include nuovi script per individuare difetti e potenziali minacce alla sicurezza domestica. Cos'è...

FUOCO, TERRA, ARIA, VICINANZA, LONTANANZA, IL POTERE DEL MARE (Non credere troppo alle storie)

Una sera fumammo talmente tanto che ci ritrovammo a fare il bagno  alla conca, d'inverno. Non bastò il flebile fuocherello. Tu ti beccasti la polmonite. Dicevamo: Ieri terra, oggi aria, domani fuoco e dopodomani acqua; serve allenamento per non farsi afferrare. L’inafferrabilità è solo un altro modo per dire: Lasciateci stare, stiamo cercando di sopravvivere. Grande è la fabbrica delle aspettative emotive. Un prodotto difettoso, come tutti noi. L’amore, l’amicizia, la vicinanza, illusioni per mascherare il vuoto. Più vicini che mai, oppure, meno soli. E anche questo passerà.  Questa alternanza tra terra e aria, tra lontananza e vicinanza, flussi di conoscenza e oblio. Si oscilla tra il desiderio di stabilità e la paura del vincolo. L’inafferrabilità può essere una forma di resistenza a chi vuole incasellare, controllare, definire. Lanciandomi dalla mezzaluna in mare scoprii che l'essere ‘aria’ è meno doloroso che essere ‘terra’. Ma non fu liberazione. L'aria a volte è...

L’ITALIA DEL DOMANI: DIARIO PER ILLUSI (E poi ci si stupisce se la gente non arriva a fine mese. Cercate chi ha rubato il futuro, il capitalismo avanzato: distrugge, divora, e poi ti vende il corso per sopravvivere)

In Italia il sogno della casa di proprietà si è trasformato in un incubo di mutui trentennali e bollette da strozzinaggio. Urla il governo: "Occupazione record!". Intanto, settantenni muoiono su impalcature per pagarsi le medicine. La Ministra del Turismo celebra l’invasione dei turisti stranieri come se fosse la soluzione a tutto. "Guardate!" esclama, "gli stranieri comprano interi palazzi a Roma, gli americani affittano le Cinque Terre a peso d’oro”, e noi possiamo sempre andare a lavorare come camerieri nei loro resort. Gli italiani si incazzano se il barista alza il caffè di 10 centesimi, qualcuno inizia a pigolare contro il caro spiaggia, ma di più non si osa: "No, no, la protesta no! Domenica c’è la partita!". E così, mentre i francesi bruciano auto per una riforma delle pensioni, noi ci accontentiamo di tirare a campare…male.  È da geni convincere la classe media a votare per chi la sta affamando. "Ma loro odiano i migranti come me!...

LA NASCITA DELLA LUNA

Eravamo piccoli, una sera scoprimmo la nascita della luna. E tutte le sere correvamo a vederla. Correvamo su per la scala a chiocciola, buia. Scuotevamo per un braccio i grandi: «Correte, correte, nasce la luna, la luna, la luna!» E lei, vanitosa, come un’attrice un po' in là con gli anni, che si era fatta ammirare da uno studente, si trasformava ardendo per noi. Non sapeva che fare per sedurci. A volte variava la sua forma, il suo ergersi luminoso, le sue cadute. Inabissandosi nel suo bianco profondo, ci avvolgeva nelle sue trasparenze. Credetemi, dopo, non vidi più lune così. Io credo che a lei piacesse il nostro gioco. Io credo che lei ci amasse allora, a noi, i piccoli. (libera “traduzione” di Gian Carlo Zanon della poesia “La puesta”, dalla raccolta “Habana del centro” della poetessa cubana Fina García Marruz. 1997) #giancarlozanon #FinaGarciaMarruz #memoriediunapoesia #memoriediunamore

LA DIFFERENZA TRA FELICITÀ E SERENITÀ (A 15 anni a 80 anni, a metà strada. Dobbiamo divenire cercatori di libertà, rendendo un servizio all'anima)

15 anni La felicità è quando hai preso 6 in latino, Silvia che ti scrive per prima, e tua madre che ti fa le lasagne e la pasta alla Norma. È quella botta di adrenalina che ti fa sentire invincibile per ore, poi va via e torni a pensare a quello che non hai fatto per paura. La serenità è quando stai sul divano con il tuo gatto, ascolti la pioggia fuori e non hai niente di importante da fare e vai bene così. Non è esplosiva come la felicità, ma dura di più. Tipo quando finisci un romanzo di storia siciliana e sei soddisfatto, anche se non è successo niente di che, perché sei nato nelle isole e nelle isole ci vuoi morire. La felicità dipende dagli altri: se ti invitano alla festa, se il prof è buono, se la tua squadra vince (tifo Cagliari, si vince poco ma quando ti salvi è come aver vinto lo scudetto!). La serenità dipende da te: è quando accetti che certe cose non le puoi controllare, e va bene così perché adesso è così. Molti vogliono la felicità, perché fa più figo. Ma la serenità ...