Passa ai contenuti principali

NON SI È MAI PREPARATI ALLA MORTE SOPRATTUTTO DA GIOVANI

La morte è il punto dolente. La società ti prepara a tutto: a pagare le tasse, a fare la fila, a digerire il cibo spazzatura. Ma alla morte no, soprattutto se sei giovane. "Eh, hai tutta la vita davanti!" E invece no, a volte hai solo una macchina che non frena.  

Ci insegnano a usare il preservativo, a non parlare con gli sconosciuti, a masticare bene. Ma nessuno ci dice: un giorno smetterai di esistere, e potrebbe essere oggi. 

Quando arriva troppo presto, sembra uno scherzo di cattivo gusto. Dio ha un senso dell’umorismo discutibile.  

La morte da giovani, non puoi prepararti perché non ci credi, e non ci credi perché non puoi prepararti.  

È un vuoto che ti sbatte in faccia l’assurdo del tutto. 

La morte non la vedi, ma ti consuma. I giovani la incontrano negli schermi, nei videogiochi, ma mai nella realtà. Finché la realtà non bussa. E quando bussa, è un attimo. Un attimo che stravolge tutto.  

Il peso della morte ci inchioda alla verità. Non c’è mai vita abbastanza.
  
Forse dovremmo parlare di morte ai bambini, invece di nasconderla. Renderli partecipi del mistero, non complici della negazione. La razionalità ci direbbe di accettarla. Ma l’uomo non è razionale. La morte è parte della vita. Finché la temiamo, non viviamo davvero.  

(A. Battantier, Memorie di un amore, Memorie di un adolescente, Mip Lab, 7/25)

#memoriediunamore 
#memoriediunadolescente #MIPLab 

Post popolari in questo blog

IL SIGNIFICATO

"Tu decidi qual è il significato della tua vita. La gente parla del significato della vita, ma ci sono tanti significati di vite diverse e tu devi decidere quale vuoi che sia il tuo". (J. Campbell)

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in...

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e ...