Passa ai contenuti principali

SERIO LUDERE-GIOCO SERIO (Per qualche dollaro in più)

Indio...tu il gioco lo conosci...   

In questo deserto di polvere e piombo, la vita è un dollaro che cade nel fango. 

C’è chi scava fossi e chi mira alla fronte, chi cerca vendetta per un nome nel quaderno. 

Mortimer impugna il fucile e la foto, la ragazza morta, l’orologio che ha rotto... 

"Quando la musica finisce, raccogli la pistola", ma il tempo è un ladro che non chiede più scusa. 

Il gioco lo conosci, ma il prezzo lo sai? Un uomo da solo è un confine che non crolla mai.  Magari.

Tra il buono, il brutto e il sangue versato,  il senso è un treno maledetto che hai già perso. 

Monco non parla, spara alle mele marce, le parole non sono niente, solo rumore che perde.  

"Quanto camperai?" chiede il colonnello alla fonte. "Fino a domani...o forse fino all’orizzonte".  

Le domande non sono indiscrete...ma le risposte a volte lo sono.
 
Perché cercare un perché nel deserto? Il senso è nel vento... forse è tutto un viaggio incerto. 

Lascia i dollari nella sabbia,  la vendetta è un confine che non rende la vita. 

Il gioco lo conosci, ma il prezzo è la pelle. Nessuno è innocente, nemmeno le stelle.

Il senso? È un duello tra l’uomo e il suo inferno. 

Indio... tu il gioco lo conosci…
E poi solo polvere. 

(A. Battantier, Mip Lab 2002, Testo ispirato alle opere di Sergio Leone, musicato con i ragazzi e ragazze del Mip Lab Rm 3)

***
Nei film di Leone, il "gioco" è la sopravvivenza in un mondo anarchico, dove le regole sono dettate dalla violenza e dall’opportunismo. Gli uomini sono pedine in cerca di riscatto, ma il prezzo da pagare è l’umanità stessa. 

L’orologio musicale è il ticchettio inesorabile del destino. Leone usa il tempo come giustiziere (la sfida finale scandita dalla melodia) e come fantasma (il passato di Mortimer). È il simbolo di una vita che sfugge mentre cerchiamo risposte.

Leone smonta il mito del cowboy solitario. I suoi protagonisti (Eastwood, Van Cleef) sono icone di solitudine, armati di ironia amara e pragmatismo. Come dice Leone: "Robert De Niro soffre, Clint Eastwood sbadiglia". La loro forza è un’armatura che nasconde il vuoto. 

Il monologo del Profeta contro i treni ("maledetti treni! Puh! Schifo!")  è una condanna alla modernità che distrugge i legami autentici. Per Leone, il West morente è metafora di un mondo dove il denaro corrompe ogni ideale. 

"A volte la morte è più giusta della vita": nei western di Leone, la morte livella tutti. Ma nella consapevolezza della fine di può scegliere come vivere il proprio duello, come Mortimer che sceglie la vendetta ma rifiuta i dollari. 

#memoriediunacanzone
#MIPLab



Post popolari in questo blog

IL SIGNIFICATO

"Tu decidi qual è il significato della tua vita. La gente parla del significato della vita, ma ci sono tanti significati di vite diverse e tu devi decidere quale vuoi che sia il tuo". (J. Campbell)

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in...

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e ...