Passavo ore seduto su una sedia. Tremavano le gambe, ma io me ne stavo immobile dentro coi pensieri in fuga.
Dovevo partire in aereo e mi sentivo ansioso.
Doppiamente ansioso perché andavo a fare il mio ultimo esame.
Non avevo paura. Però da una settimana non dormivo che 2 ore: temevo che andasse male il viaggio, iniziai a sentire di incidenti dappertutto.
E poi iniziai a ragionare: l'esame, ammesso che mi salvo con l'aereo, non lo supero, e quindi non posso laurearmi e quindi lascio perdere tutto.
La causa di tutto ciò era reale?
Non lo so, ma avrebbe potuto essere reale: L'aereo sarebbe potuto o no cadere? Certo che sì. E l'esame? Mica era così sicura una mia promozione.
Io temevo che sarebbe potuto accadere qualcosa.
E mi faceva schifo provare questa sensazione di blocco.
Non mi era mai successo.
Un ragazzo normale, improvvisamente trasformato in codardo.
L'anno prima me n'ero andato ad Ibiza con gli amici: avevo preso l'aereo, e avevo fatto 3 esami nella sessione estiva.
Altri tempi.
Pensai di lasciar perdere l'aereo. Ma anche con la macchina le paure sarebbero rimaste. Anzi, mi capitò sotto mano una statistica: si muore più in auto che in aereo.
Potevo lasciare l'università per questa paura?
I miei amici, i miei genitori, la mia ragazza. Tutti mi vedevano strano, e più mi dicevano "Ma che hai?" E più io pensavo: ecco, mi hanno scoperto. Sanno ormai tutto della mia debolezza.
Le ultime due notti il cuore iniziò a battere forte, come sotto scossa 220v. Iniziai a vedermi come morto, morto nel letto d'infarto, ma anche morto nella vita, incapace di fare niente, l'unica cosa da fare sarebbe stata sparire. Ma dove? Tutto era una minaccia, sarei potuto andare in campagna, da mia nonna. Ma lì in campagna, pensai, ci sono altri pericoli e sarei potuto morire, per il morso di una serpe, o cadere in qualche pozzo, o per colpa di qualche trattore impazzito o di qualche prodotto andato a male. L'ultimo giorno non respiravo quasi più. Sembrava di vivere sott'acqua, e solo quando mi sciacquavo la faccia con violenza, mi sembrava per un attimo di respirare aria pura. Non ero pronto a partire, paralizzato sul letto, la borsa in terra fatta a metà. Pensavo: almeno stando fermo sul letto, non può succedermi niente. Stando sul letto, non posso sbagliare.
Cavolata: la mia ragazza mi lasciò per telefono, stanca dei miei modi "malati e incomprensibili".
Mia madre mi buttò giù la porta, e un medico mi visitò. Tentarono di ricoverarmi. Io improvvisamente mi calmai. Capii che la soglia della pazzia era stata per un attimo superata. Io ho sempre odiato ricoveri ed ospedali.
Pensai: qui se continuo così finisco in qualche pseudo manicomio. Meglio fingere che vada tutto bene. Preparai la valigia, ed anche qualche sorriso di circostanza.
Ok, pensai, meglio morire di incidente aereo, che ricoverato come pazzo.