"Mi chiamo Betty Carter. Ero una promessa fin da piccola. Cresciuta e avvolta dalla musica, mio padre era direttore di coro in una chiesa. Ho studiato pianoforte, ho vinto un concorso per giovani talenti, ed ho iniziato a cantare e suonare il piano in tanti locali. A 16 anni ho cantato con i migliori, non scherzo: Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis. Ma cercavo la mia strada, là fuori nel mondo. Non l'ho trovata facilmente. Chi ha detto che sarebbe stato facile? Ma poi, sono Betty, e dipende solo da Betty, e se prendi gli schiaffi rialzati e continua a sorridere che la mappa per la luna è fatta di passione e tanta ostinazione. Si sono accorti di me negli ultimi anni della mia vita e ho ritrovato la mia verve. Guardate che ho fatto: ho pianto pensando che io il jazz l'ho portato nel mondo, ma è il jazz che ha portato me. Ci siamo portati benissimo, rubando momenti al tempo, che tanto sempre fugge via. Il segreto è chiudere piano, appoggiare il cuore soavemente e ripartire poi -inaspettamente- quando la vita sembra ormai segnata. Spiazzare la vita, ecco, ricercandola altrove. Stravolgendola poco a poco, uscire da facili routine, sempre un attimo prima. Perché la vita per me è stata un insieme infinito di variazioni sul tema, sentendo sempre, sempre, il fuoco dentro". (Memorie di un'artista, Andrea Battantier, 2015, frammento su Betty Carter, dedicato a Sara Della Porta).
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".