"Se qualcuno conosce De André, faccia finta, per un minuto di non conoscerlo. Come non lo conoscevo io fino a 14 anni.
Ho perso mio papà a 10 anni, ma fin da quando ero piccolissima, mi cantava al piano una canzone, la nostra canzone. Lui la cantava così e mi dava una forza assurda:
"Ricordi, sbocciavan le viole, con le nostre parole: Non ci lasceremo mai, mai e poi mai. Vorrei dirti ora le stesse cose, e come fan presto, amore, a risolversi le cose, così è per noi. Il litigio che strappa i capelli è finito ormai. Non resta che questa mia dolce carezza, e tanta tenerezza".
Perché mio papà vedeva sempre il bello delle cose e mi ha insegnato a provarci a cambiare le cose, anche quando sembrava tutto scritto nero. Comunque un giorno stavo al mare con degli amici e sento alla radio la vera 'canzone dell'amore perduto' e, solo allora, ho capito, e ho iniziato a piangere, ma anche di contentezza. Era un pianto di forza. Voglio lasciarvi con l'augurio che i nostri pianti siano anche pianti di forza. Ti voglio bene papà. Simona".
(A. Battantier, Memorie di un bambino. Memorie di un amore, Simona R., 2008).