Tuo padre ti sembra più vecchio e ogni giorno si fa più lontano, non racconta più favole e ormai non ti prende per mano. Sembra che non capisca i tuoi sogni, sempre tesi fra realtà e sperare, e sospesi fra voglie alternate di andare e restare. E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi che non sono più quei fantastici giorni all'asilo di giochi, di amici. E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendi che non sei la stessa che andava al mattino alla scuola, che il mondo là fuori t'aspetta e tu quasi ti arrendi, capendo che a battito a battito è l'età che s'invola. Poi un giorno in un libro o in un bar si farà tutto più chiaro e capirai che altra gente si è fatta le stesse domande che non c'è solo il dolce ad attenderti, ma molto d'amaro e non è senza un prezzo salato diventare grande. Sentirai che tuo padre ti è uguale, lo vedrai un po' folle un po' saggio, nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio. La paura e il coraggio di vivere come un peso che ognuno ha portato. La paura e il coraggio di dire: "IO HO QUASI TENTATO". Vola, vola tu, dove io vorrei volare, verso un mondo dove è ancora tutto da fare, e dove è ancora tutto -o quasi tutto- da sbagliare. Ciao infanzia, quando tutto era più facile. Vanno apprezzati quegli anni, quando è il momento. È difficile capire, è difficile spiegare, se non hai capito già. (Memorie di una canzone, F. Guccini).
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".