"SI BEVE IL NOSTRO FUTURO LA CIVILTÀ DELLA VILTÀ. Oggi a scuola abbiamo parlato della follia umana. Follia e voglia di far soldi, distruggendo la Terra. La Terra si sta scaldando anno dopo anno -per colpa dell'uomo- ed io mi chiedo: Ma a voi sembra una cosa normale prendere iceberg dal polo artico e venderli per farci vodka e superalcolici di lusso? Vengono su al polo, presuntuosi -con reti e arpioni- per catturare gli iceberg che si staccano dalla banchisa artica. Poi li spezzano in blocchi e li lasciano sciogliere in navi cisterna. E sì, perché le multinazionali di liquori ci hanno preso gusto a fare vodka usando ghiaccio polare. E gli esseri umani si bevono il freddo della terra, in attesa di far morire, un giorno, altri esseri umani di caldo. Ma possibile che l'uomo sia così incosciente? Preferisce berci su, senza riflettere che la Terra sta male, e sta morendo. Io avrei voluto finire in maniera ottimistica questo mio tema, eppure, noi giovani non sappiamo che fare. È come se fosse troppo tardi, è come se noi fossimo senza futuro, e infatti molti amici miei, secondo me, preferiscono bersi gli iceberg senza pensare a come fermare un assurdo domani, fatto di ipocrisia e di viltà. Io questo mio tempo lo vorrei chiamare, per brevità, la Civiltà della Viltà. Civiltà che, brutto a dirsi, presto da sola si auto annienterà". (MILLO PEG E LE MEMORIE DELLA TERRA, A. Battantier, 2007, 2015, frammento di Claudio C.).
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".
"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace". "Tutto si rompe, tutto passa, tutto si lascia. Non è niente, e tutto si rimpiazza".