Sono passati 20 anni dalla morte di un figlio. Mi sembra un’enormità soltanto dirlo. Anche se mi ero preparata anticipatamente a quel dolore, giorno dopo giorno, dalla diagnosi tremenda quasi senza appello, quel dolore mi ha devastata per molto tempo. Ogni giorno da dicembre ‘99 al 29 ottobre 2001, avevo coltivato la speranza ma non l’illusione e il dolore era già stato una quotidiana costante. Avevo camminato, mangiato, riso, giocato, alternato i ricoveri ad una ostinata serenità famigliare, cercato di sostenere le figlie, i nonni, gli amici come se facendomi roccia potessi vincere il mostro. Guardavo il mio bambino bellissimo anche pelato o gonfio o smagrito, le sue sorelle sofferenti ognuna a modo suo e mi dicevo che non potevo arrendermi. Ma dentro di me un tarlo di lucida consapevolezza mi scavava gallerie di dolore. Poi arriva la morte, ma ancora prima la drammaticità della fine, della terminalità. Quella sofferenza di madre che aspetta la morte di un...
Uno spazio per storie da raccontare alla Persona che è in noi. Buona pace, Andrea Battantier. Psicologo, Fondatore e Master Trainer MIP (Modello Ideale di Persona), anche Skype. Sceneggiatore (Terapia con la scrittura). RIPRODUZIONE VIETATA ©