Ho rivisto un bel film e ho ripensato al mio amico delle medie. Quando capii che Attilio rischiava di essere bocciato per la seconda volta, cercai in tutti i modi di aiutarlo.
Lui non aveva nessuno a casa interessato al suo studio, allora con mamma prendemmo l'abitudine di farlo venire da noi e lei ci spiegava la lezione in modo semplice e chiaro.
Mamma aveva insegnava Arte ma era brava in tutte le materie; partiva sempre dai quadri o sculture, per arrivare ad approfondire tutte le materie.
Io ero fiero di lei, e Attilio iniziò a migliorare ogni giorno.
Mamma andò una domenica a prenderlo a casa, scoprimmo che il papà stava molto male, sempre a letto, e sua madre non aveva la testa di stare dietro a suo figlio.
Attilio era un ragazzino solitario ma con noi prese a parlare e diventammo amici.
Sono passati quasi 30 anni, Attilio poi si è diplomato, ha un piccolo ristorante all'estero, è contento, e quando torna in Italia passa sempre a trovare mamma. L'ultima volta mi ha detto:
"Non mi perdo una mostra d'arte, tua mamma mi ha fatto amare la vita!".
(Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2017, Andrea C. 44 anni)