Me l'ha insegnato mia nonna. KINTSUGI significa "riparare con l'oro".
È una pratica giapponese che usa oro o argento liquido per riparare -saldando- frammenti di oggetti in ceramica.
È possibile riparare con l'amore, bene prezioso che trasforma finanche l'odio e la disfatta.
Invece di buttare via, mia nonna aggiustava.
Abbiamo ancora a casa tazze e piatti incollati con sopra nastrini colorati.
Realizzava creazioni bellissime.
Una volta -a 10 anni penso- ruppi appositamente una tazza per divertirmi a ripararla.
Nonna mi prese da parte e mi disse:
“Avrai tempo per romperti o riparare per davvero. Verrà il tempo delle cicatrici, bambina mia. Ora, pensa a mantenere sano quello che è sano".
Nei momenti cupi ho pensato che non si può riparare proprio tutto.
Il vaso non perderà più acqua ma quei segni rimarranno per sempre.
Come un tradimento.
Ma ancora io penso che il migliore collante resti sempre l'amore.
Occorre provare a "ricucire" le crepe, rimettere insieme i singoli pezzi per (ri)dare valore alle cose, alle persone.
I bambini sono la forma di trasformazione più autentica.
E ricostruire è anche un riconoscimento di preziosità. La venatura d'oro è una ferita ricomposta che possiede già un valore.
Sono stata fortunata a crescere con una nonna che, fin quando ha potuto, mi ha accompagnata nel mio cammino di crescita e ricostruzione.
(Memorie di un amore, A. Battantier, MIPLab 8.3, 2009, Silvie, 28 anni)
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