ATTACCAMENTO (TRADITO), INSICUREZZA E CIBO
L'attaccamento è alla base di ogni legame affettivo.
La separazione prevede il ristabilire uno stato affettivo di conforto.
O almeno una ci prova.
Conforto, io lo trovai nel cibo.
Fu una rivelazione, avevo 8 anni.
Si è trascurati anche con una madre sempre in casa, ma assente però e distratta.
Mio padre, invece, aveva sempre da fare fuori casa.
Ma mia madre era una donna sola, insicura e aveva sempre qualcosa di meglio che non stare con me.
Io la cercavo:
"Giochi con me mamma?"
Ma lei mi evitava.
Io piangevo, poi, smisi, quando iniziai a mangiare per non piangere.
Avevo come un codice nascosto.
Quando si gonfiavano gli occhi, mi si gonfiava lo stomaco.
Avevo pochi minuti per cercare cibo, per non piangere.
Mangiavo di tutto, le peggiori schifezze.
Sorridevo al mondo, ero la simpatica cicciottella.
Avevo questo lato buono, compiacevo, socievole, servizievole, conviviale.
Eppure c'era il lato cattivo del mio essere.
La mia vera natura se ne stava nascosta, avevo tanta di quella rabbia che tenevo ammansita.
Io ora lo so da dove nasceva, affondava le sue radici nell'insicurezza di quei primi anni.
Ero ricca di cibi e poveraccia di cuore, non me l'avevano carezzato abbastanza.
Ero disperata.
L'insicurezza la detesti, e provi repulsione per te stessa, ma non riesci a cambiare perché ti manca il codice dell'amore.
È tutta una questione di allenamento alla fiducia.
E quando parlo di fiducia parlo di un abbraccio nuovo, di un altro povero cristo che ti dice:
"Hai una bella voce, continua a cantare".
Ho sempre amato questa frase di Lao Bu-Shem:
"Viviamo in un altro. Doniamogli amore e ameremo il mondo".
Cosa ne voglio fare delle mie ferite?
Voglio guarire, perché è bello credere in qualcuno.
Non parlo solo di me.
Ma se non credi in te non puoi credere neanche negli altri.
(Memorie di un'amore, A. Battantier, 2020, Nat Crème).
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