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LA LEGGEREZZA PREVEDE TANTO CORAGGIO: STORIA DI UN 'DIVERSO'

LA LEGGEREZZA PREVEDE TANTO CORAGGIO: STORIA DI UN 'DIVERSO'. "Forse non se l'aspettavano da me, forse mi volevano diverso da come sono. Cioè diverso. Mi volevano uguale a loro. Gli è andata male, sono riuscito male. Ho 20 anni e ho iniziato a stare meglio con me stesso quando ho iniziato ad uscire dalle ipocrisie della vita. La vita è piena di ipocrisie e lentamente ti soffocano e ti uccidono la parte vera di te. In questi anni ne ho attraversate tante. Mi hanno deriso, scacciato, picchiato. Mia madre ha saputo della mia omosessualità leggendo un diario, ho avuto paura, ma lei mi ha difeso da mio padre, dai suoi tentativi di riportarmi sulla strada maschia da lui tanto agognata. Mio padre: l'ultimo ostacolo prima della mia partenza per Brighton. Prima di partire (per sempre?) ho dato una mano ad alcuni ragazzi e ragazze nelle mie stesse condizioni di finzione teatrale, prima del grande passo: l'uscita alla vita vera. Ora sono partito, ma, a pensarci bene, il grosso del lavoro andrebbe fatto con i genitori, non tanto con i ragazzi. Che vi devo dire? È stata una fatica, ma ne è valsa la pena. È straordinario vivere la vita a testa alta, sentendosi in linea con la nostra Persona interna. Ognuno di noi saprebbe sempre chi è, se solo non fosse disturbato dalle sovrastrutture e dalle imposizioni e dalle ipocrisie in società. Serve liberarsi, giorno dopo giorno, restare soli con noi stessi, nella nostra essenza. Quanto tempo ho perduto nel tentativo -fallimentare- di omologarmi a quei falsi amici, a quei falsi ideali, falsi per me, che sospettavo già allora qualcosa che non avevo il coraggio neanche di pensare. La leggerezza prevede tanto coraggio. E quando ci si sente soli è duro prepararsi al cambiamento dell'anima. Lo scrivo forte e chiaro: non bisogna restare soli. Io, ad esempio, ho trovato un professore in gamba, ha saputo capirmi; uno psicologo in gamba, ha saputo capirmi; un amico più grande di me, più avanti nella strada, ha voluto amarmi". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, Dave 93). "Una mattina parti con tutto quello che hai, una valigia nera, solo sulla pensilina. Tua madre non capirà perché sei dovuto partire, ma le risposte che cerchi non le potrai mai trovare a casa. Scappa, vattene, scappa. Preso a calci e a spintoni, eri quello di cui sparlare, ti ferivano per farti piangere. Ma tu non piangevi mai per loro, solo per la tua anima". (Bronski Beat, Smalltown). https://m.youtube.com/watch?v=Xuz94ZIPfJk

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SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

IL SIGNIFICATO

"Tu decidi qual è il significato della tua vita. La gente parla del significato della vita, ma ci sono tanti significati di vite diverse e tu devi decidere quale vuoi che sia il tuo". (J. Campbell)

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

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(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e