ZLATAN IBRAHIMOVIC E QUALCHE RIFLESSIONE SULLA CACCIA
Il calciatore Ibrahimovic ha acquistato un bosco di mille ettari tra la Svezia e la Norvegia per uccidere animali cacciando.
Lui, come altri cacciatori, ritiene che serva l'uomo, "come garante di equilibri naturali", per limitare i danni causati dagli animali.
A chi propina, come unica soluzione, l'intervento dei cacciatori per eliminare gli animali, io replico con le statistiche.
La maggior parte degli "allarmisti" (pericolo cinghiali, orsi, lupi...) non esprime mai le stesse feroci critiche nei confronti dei cacciatori che, statisticamente, dovrebbero essere la priorità da risolvere:
Dal 1° settembre al 31 gennaio (stagione venatoria 2019/2020) ci sono state 91 vittime umane di cui 27 morti e 64 feriti.
Di questi 76 in ambito venatorio di cui 8 feriti non cacciatori più 20 morti e 48 feriti cacciatori.
I responsabili?
I cacciatori, umani.
Io avrei più paura dei cacciatori, voi no!?
Questi odiatori di specie solitamente amano la caccia e i suoi derivati.
E qui entra in ballo la dissonanza cognitiva e l'empatia specifica.
A me negli ultimi 10 anni han sparato, a pochi metri, 3 volte, i cacciatori.
Dovete sapere che la maggior parte son vecchi rincojoniti, e appena si muove un arbusto: "PUM PUM!" Sparano!
L'unica volta che me la son vista brutta con i cinghiali, è quando, trovandomi mio malgrado messo in mezzo ad un'assurda battuta di caccia senza regole (zona vietata e fuori stagione) mi vennero incontro una decina di cinghiali e cinghialetti terrorizzati.
Uno era ferito ed inferocito, grugniva disperato.
E mi sono arrampicato su una quercia.
Tante volte li ho incontrati nei boschi, e non mi hanno mai fatto niente.
Loro.
I cacciatori invece, assassini legalizzati.
Basta scorrere le cronache ed approfondire le statistiche.
Confido tanto che i miei nipoti, o i nipoti dei miei nipoti, assistano all'estinzione della specie dei cacciatori e degli specisti.
Desidero immaginarli come grotteschi manichini in qualche museo delle cere, accanto ai musei degli orrori dedicati ai macelli ed ai miliardi e miliardi di vittime sacrificate per soddisfare dello stomaco il languore.
Chiaramente non sto parlando a chi non vuole capire.
Mi riferisco a chi ha ancora il cuore aperto e forse capirà.
(Memorie di un animale, A. Battantier, 2021)