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Visualizzazione dei post da novembre, 2025

IL CUORE NON SEGUE LA RAGIONE (amore a lutto elaborato manco per niente)

C'è un canto navajo che gira in rete. Bellissimo. Leggendolo, quasi quasi ti viene da sorridere. Sembra tutto così leggero, così naturale. Come mille venti che soffiano, la pioggia gentile, le stelle sulla finestra. Magari fosse così. La verità, invece, è che quando una persona che ami se ne va -non muore, ma sparisce dalla tua vita- non è come un diamante nella neve.  È come un sasso in gola. Che non va né su né giù, e ti fa male ogni volta che respiri. Tu leggi "non avvicinarti alla mia tomba piangendo", ma il problema è che la tomba non c'è.  Loro sono vivi, da qualche parte, e tu non puoi nemmeno piangere su una pietra.  Devi piangere sul divano, per strada, quando passi dal pub irlandese dove andavate insieme a farvi una birretta e giocare a freccette. Sarebbe bello pensare che sia come la luce sul grano, o il canto degli uccelli.  Invece no. È il silenzio in casa la mattina. È il messaggio che non arriva più, il citofono che non suona più. È quella cosa lì che ...

SULL'EGUAGLIANZA DI TUTTE LE COSE (siamo già uguali, solo che non lo sappiamo. O non lo vogliamo sapere)

Ho letto il libro di Rovelli "Sull'eguaglianza di tutte le cose". Secondo lui tutto è connesso, non esistono cose separate, siamo tutti parte dello stesso movimento. E io, che ci avevo preso gusto in questi anni a sentirmi così solo, ho pensato: azz…ma allora non sono mai stato veramente solo. Epperò poi guardo la vita di tutti i giorni e sembriamo così diversi. Ci trattiamo come se fossimo fatti di materiali diversi. Invece Rovelli dice che siamo tutti della stessa pasta. Anzi, non siamo nemmeno pasta, siamo più come onde nello stesso mare. Quando ride uno, vibra un po' tutto il mare. Quando piange uno, trema un po' tutto il mare. Mi sa che però alcune persone non vengono ascoltate. E perché allora ci comportiamo come se non fosse vero?  Perché chiudiamo le porte, costruiamo muri, facciamo finta che il dolore degli altri non ci riguardi? Forse perché è più comodo. Se siamo tutti uguali, allora le ingiustizie pesano il doppio. Se siamo tutti connessi, allora non p...

CIAO, COME TI CHIAMI?

C’era un gatto, uno di quelli normali, col musetto simpatico e le fusa che sembrano un motorino.  Si chiamava…be’, qui nasce il problema. Per la famiglia Rossi era “Pallina”. Per i Bianchi “Ciccio”. Per i Verdi “Sgombro”. Per i Neri “Principessa”. Sì, anche se era maschio, ma vabbè. Il gatto, aveva capito tutto della vita. Mentre noi umani ci rompiamo la testa col mutuo e con la spesa, lui aveva risolto: sei case, sei cucce, sei ciotole. Un genio. La sua giornata tipo: colazione dai Rossi, pennichella dai Bianchi, spuntino dai Verdi, coccole dai Neri. Era un pendolare esistenziale, il pelo ben curato e un’aria da “io so cose che voi umani non potete capire”. Il problema è che è ingrassato. Arrivato a 8 chili, pareva un cuscino con le zampe. I Rossi, preoccupati, lo portano dal veterinario: “Dottore, Pallina è diventata una palla”.  Ma la verità viene fuori per caso.  Un pomeriggio, Marco, il figlio dei Rossi, incontra Luca dei Bianchi. “Hai un gatto nero con una macchia b...

LA VITTORIA VUOTA

Il maestro  internazionale girava tra i tavoli nel parco, fermandosi pochi secondi per ogni mossa. Io aspettavo il mio turno. Alla terza partita, tirai fuori il telefono. Inserii le sue mosse, il computer rispondeva. Lui tornava, io muovevo il pezzo che lo schermo indicava. A un certo punto, il maestro si grattò la tempia. Guardò la scacchiera più a lungo. Poi me, poi il telefono in grembo. Non disse nulla. Continuò a giocare, ma ora ci metteva il doppio del tempo. Sapeva. Alla fine, mi tese la mano. "Ben giocato," disse. Le sue dita erano fredde. Io andai al laghetto e buttai il telefono. L'acqua si richiuse in un istante. Lui, lontano, già insegnava a un bambino come muovere il cavallo. Ridevano. (A. Battantier,  Memorie di un adolescente, Mip Lab, 10/25) #memoriediunadolescente #MIPLab

NON ASPETTARE MAI PIÙ CHE LA VITA DECIDA PER TE (La fine di un rapporto non è sempre un fallimento. Il passato è passato. Adesso è così. E in questo "così", forse, inizia finalmente la vita)

C'è un momento, nella vita, in cui ti accorgi che per anni hai portato un peso che non era tuo. E non te ne sei accorto. Camminavi curvo, e pensavi: "È la fatica normale". Invece no. Lui si è accorto adesso, dopo tanto tempo, di aver amato una donna che non lo voleva. Le ha dato tutto, forse troppo. Si è preso cura di lei e della figlia di lei, come se fosse sua. Ha cambiato i pannolini, accompagnata a scuola, fatto i compiti. Ha sistemato la casa, portato la spesa, sopportato i silenzi. Eppure, c'era una cosa che non andava. Una cosa piccola, ma come un sassolino nella scarpa. Pimpa, la sua cagnolina. Lei non l'ha mai accettata. La guardava storto, la sopportava a malapena. Quel cane era lui. Era la sua parte più fragile, quella che chiedeva solo un po' di calore. E lei non lo dava, né alla cagnola, né a lui. Lui non si è sentito amato. Si sentiva come un inquilino nella sua stessa casa. Uno che paga l'affitto con le sue attenzioni, ma c...