SULL'EGUAGLIANZA DI TUTTE LE COSE (siamo già uguali, solo che non lo sappiamo. O non lo vogliamo sapere)
Ho letto il libro di Rovelli "Sull'eguaglianza di tutte le cose". Secondo lui tutto è connesso, non esistono cose separate, siamo tutti parte dello stesso movimento.
E io, che ci avevo preso gusto in questi anni a sentirmi così solo, ho pensato: azz…ma allora non sono mai stato veramente solo.
Epperò poi guardo la vita di tutti i giorni e sembriamo così diversi. Ci trattiamo come se fossimo fatti di materiali diversi.
Invece Rovelli dice che siamo tutti della stessa pasta. Anzi, non siamo nemmeno pasta, siamo più come onde nello stesso mare. Quando ride uno, vibra un po' tutto il mare. Quando piange uno, trema un po' tutto il mare. Mi sa che però alcune persone non vengono ascoltate.
E perché allora ci comportiamo come se non fosse vero?
Perché chiudiamo le porte, costruiamo muri, facciamo finta che il dolore degli altri non ci riguardi?
Forse perché è più comodo. Se siamo tutti uguali, allora le ingiustizie pesano il doppio. Se siamo tutti connessi, allora non posso più dire "questo non è affar mio". Dissonanza Cognitiva ed Empatia Specifica.
Siamo nodi in una rete, gocce in un fiume. E ogni volta che pensiamo di essere importanti, l'universo ci ricorda che siamo fatti della stessa polvere di stelle, sasso o farfalla che sia.
Allora forse l'uguaglianza non è una questione di diritti o di doveri. È un fatto. Siamo già uguali, solo che non lo sappiamo. O non lo vogliamo sapere.
Adesso che lo so, mi sento più leggero. Come se avessi deposto un peso che non sapevo di portare. Il peso di essere speciale, diverso, separato.
Siamo tutti nella stessa barca. Anzi, siamo tutti la stessa barca.
(A. Battantier, Mip Lab, Memorie di un adolescente, Laboratorio di lettura, 1/25, Sako, Nietta, Zanna, Claudia. Art by Stephen Stadif)
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