Sai com'è, a cinquant'anni e passa, ci si sente ancora un ragazzino. È il corpo che non capisce, che ti tradisce.
Mentre cammina nel parco per andare a prendere la figlia ad una festa, vede una panchina. E gli viene in mente che da giovane, quelle lì, le saltava come niente. Allora sorride, si guarda intorno, tanto non c'è nessuno, e dice: "Mo' te faccio vedere".
Prende la rincorsa, due, tre passetti, salta…finisce col muso per terra. Perché i piedi, invece di volare, hanno deciso di salutare la panchina.
Si rialza, malconcio. Ginocchio sbucciato, pantaloni stracciati, un po' di sangue sul viso. Coraggio, cerca di darsi un contegno. Alla fontanella si sciacqua, si sistema come può, zoppica vistosamente.
Quando arriva dalla figlia, lei lo guarda e subito: "Papà, tutto bene?".
Lui, fiero e menzognero, mugugna: "Sì, sì, tutto bene. Ho avuto un problema col tempo".
E lei: "Ma non hai fatto tardi!". E lui: "Non ti preoccupare, amore. Andiamo".
(A. Battantier, Mip Lab, 2024)
“Il peggio è passato. E io rispondo: il peggio è passato, vi saluta, ha detto che se avete bisogno torna quando volete.” (Alessandro Bergonzoni)
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