Un tradimento non avviene per caso.
Si tradisce per cambiare, si tradisce per non cambiare, per evasione (dal carcere dice Jason), per rappresaglia o per ricerca di confronto e compensazione.
Conosco poi chi tradisce per fare opera di bene...che bella scusa, vero Marco?
Si tradisce perché qualcosa non funziona, anche in chi pensa di funzionare.
Si è smesso di fare domande, di comunicare.
Il coraggio non è dalla parte del traditore, né di chi non vuol vedere la vita di coppia come un errore da riparare in due.
La fedeltà e la sincerità sono pilastri poco considerati per tenere saldo un rapporto.
E allora, presi dalla foga, si ripara amore con altro amore.
Si può salvare un rapporto, partendo dagli errori, riparando insieme.
Tuttavia, per riparare questo benedetto errore, occorre capire dove si è sbagliato; ed è maledettamente difficile.
Dopo un tradimento non si è più gli stessi, sarà più forte l'unione o è tutto finito?
Mi raccomando però, in ogni caso:
che nulla torni come prima.
Si deve rifondare la coppia, elaborare con quel coraggio che, prima del tradimento, era mancato.
Poi per carità, si può “sfankulare” (come dice Giada) il traditore, epperò, può essere un'opportunità per maturare nuove consapevolezze per entrambi.
W lo sfankulo, se ci è utile per ricominciare altrove.
Del resto, quando qualcosa si spezza, mica è obbligatorio vivere il tradimento; e che profondo dolore è sopportare il tradimento per salvare un amore.
Il tradimento è il sintomo che qualcos'altro non va, inutile focalizzarci ossessivamento sull'atto in sé.
Si pensava di fare strada insieme e invece, ad un tratto, non ci si ritrova più con il percorso.
Giorgio ci propone di valutare le motivazioni alla base di tradimento.
Giusto, cosa spinge a tradire?
La noia?
L'interesse lento o fulmineo per un'altra persona?
E perché?
Il gioco vale la candela?
Marco sostiene che vale se l'altro non lo viene a sapere, diciamo insomma, una dichiarazione d'intenti la sua.
Del resto Marco ieri nella simulata ha impersonato assai bene il narcisista perfetto e, ieri, abbiamo visto come, per certi versi, il traditore seriale sia anche un narcisista, con il beneplacito di Marco.
Del resto Marco ha chiesto "qual è la differenza tra un egoista e un narcisista?".
Rischiamo di andare fuori tema, ma, visto che qualcun altro me lo chiede, posso dire che, a mio avviso, egoisti e narcisisti sono due tipologie di stronzi che però non si accoppiano tra loro, ma succhiano l'energia a chi, non essendo come loro, soccombe.
L'egoista è pericoloso (guardate cosa sta facendo il menefreghismo a questo povero mondo), il narcisista non fa danni, ma solo se resta tutto il tempo a guardarsi allo specchio, altrimenti diventa pericoloso come quell'altro.
Alla base c'è il pensare unicamente a se stessi.
In amore è bella la reciprocità.
Quando sentite che manca l'aria perché qualcuno ve la toglie, quando qualcuno mette sempre al centro se stesso, quando l'empatia per loro è una parola strana, ecco che è ora di cambiare aria. Aprite la finestra e, già che ci siete, buttateli di sotto.
Lo so che i narcisisti possono avere un vero e proprio disturbo di personalità.
Epperò, non è che per fare ridere te devo piangere io.
Comunque, tornando al tema tradimento, e se l'altro lo viene a sapere?
Bè, potremmo assumerci le nostre responsabilità, possibilmente senza passare per vittime della situazione.
Una Janette, sul piede di guerra, sostiene che chi tradisce non può permettersi quella faccia superba e di dettare le regole.
Dopo la scoperta chi è stato tradito sta sotto un treno, e lei per esempio, ha mal digerito la confessione della sua ex condita dalla frase: "mi sono fatta scoprire perché ero stanca".
Il tradimento rappresenta un vero e proprio trauma per chi viene tradito, rabbia, sentimenti di colpa per come è andata e per come si poteva evitare.
Andrea sottovoce ha provato a dire -2 volte in questi giorni- che lui ha tradito per debolezza, tanto che la sua storia parallela si è interrotta quando ha trovato la forza di interrompere il suo legame decennale; non ha comunicato ufficialmente il tradimento, però, almeno ha trovato un suo "briciolo di forza per capire che non intendevo più far soffrire chi mi amava", ed ora sta cercando di cambiare se stesso.
Come si capisce che l'amore è finito?
Perché c'è chi ci prova a cambiare le cose ma, come sosteneva Manlio De Pretis, "quando non cambia una virgola, metteteci un punto".
Nella coppia non si ha alcun motivo per mentire, la comunicazione interrotta può essere ripresa per chiudere una storia, per il bene di entrambi i partner.
Anche perché, se la coppia vuole sopravvivere, deve cambiare: il suo demone è l'immobilismo, non il tradimento in sé.
Infine, ritornando al tema della fedeltà (richiesta di Donatella) io credo che la fedeltà sia una qualità che non tutti hanno ma è importante comunicare anche questo aspetto, è bello sperimentare strade nuove, ma che l'altro lo sappia per tempo.
Quando stai male, molto male, decidi di cambiare senso alla vita, cambiare strada, ne parlavamo prima.
E' molto bello scegliere di tornare a parlare.
Perché l'odio non paga mai un cuore stanco.
Provate a superare rancori mai sopiti, ci si provi, sinceramente, che si possa tornare al dialogo interrotto o -forse- mai iniziato, chiuso com'era in quella bolla da scoppiare via.
I tempi son sempre maturi per cambiare ancora, e ancora.
Cosa posso dire nel finale di questa storia?
Che se vi sentite Ulisse non dovete restare ad Itaca.
E se vi sentite Penelope, fatevi comunque un bel viaggetto.
E se Ulisse non torna o torna solo per dormire, è perché non vi vuole.
Voi continuate a cercare, anche se non vi sarà dato aiuto.
Continuate ancora a cercare, ancora un altro po'.
Qualcuno forse arriverà.
Ma non fermatevi al primo Romeo che incontrate.
In coppia la felicità dell'altro non conta più della nostra.
Chiedetevi se ne vale la pena, se il gioco vale la candela.
Forse l'amore è la ricerca di un equilibrio tra i cuori.
E allora, se il sentimento è vero e forte, si va oltre l'egoismo personale.
Credo che la felicità di chi si ama sia anche la nostra felicità.
E viceversa.
Ma deve funzionare il viceversa.
L'amore è l'incontro di un viaggio a doppio senso.
È chiaro che io mica lavoro ai Baci Perugina, quindi so che la felicità reciproca passa per la sofferenza e per l'accoglienza delle differenze.
Io credo che amare sia desiderare la felicità dell'altro, prima della tua; confidando che l'altro pensi lo stesso.
L'importante è la reciprocità.
A volte mi viene da ridere:
Pensa che paradosso sarebbe se ciascuno rinunciasse alla propria felicità per la felicità dell’altro.
E così avremmo due infelici che provano ad amarsi...invano.
Tipo due zerbini, che si guardano nel pianerottolo di un amore finito male.
Prima di amare l'altro dobbiamo essere capaci di amare noi stessi.
(Memorie di un amore, A. Battantier, Estratti laboratori di coppia MIP LAB, 2016/2021, illustrazione Solveig Cogliani)