"C'è un mio amico diverso da me e non capisco perché mi ha fatto male quello che è successo.
Stavamo alla scuola calcio ad aspettare fuori dalla rete il cambio gruppo.
Dario è arrivato ridendo e ha detto:
"Corri, corri, ci sta un piccione morto!".
Io non capivo perché rideva, sono andato a vedere anche se non mi andava tanto.
Quando ho visto il piccione ho provato tristezza e mi è dispiaciuto, era piccolo.
Dario voleva colpirlo attraverso la rete con un piccolo bastone per vedere se si apriva.
Io gliel'ho tolto e gli ho detto:
"Lo possiamo prendere e seppellire dopo, quando finisce la partitella!".
Ma lui si è messo a ridere e ha risposto:
"Ma che ti frega, è solo un piccione!".
Io ci sono rimasto male, forse Dario non è un mio amico, preferisco chi vuole bene agli animali.
Dopo la partitella è venuto Pietro il guardiano con la scopa ed il raccoglitore mondezza.
Io gli ho chiesto di aiutarmi e l'abbiamo seppellito dietro al giardino del mio vecchio asilo".
(Memorie di un amore, memorie di un animale, A. Battantier, 2023, Alfred 8 anni)
***
UN MOMENTO (LO SGUARDO DEL PICCIONE)
Conosco una piazzetta con quattro panchine.
Quando arriva il sole
c'è un momento che ci lascia uniti nei pensieri e resta sospeso il mondo dentro.
Un disoccupato, l'anziano stanco, la mamma con il bambino.
Amil chiede l'elemosina ed offre pane a piccioni.
Viene dal Marocco, disegna tutto il giorno, una signora gli porta fogli e colori, si scalda d'inverno con l'aria calda di un supermercato, non parla quasi con nessuno.
Fa mangiare i piccioni, sta bene con loro, dice che sono come noi ma non gli fanno paura.
Questo momento è nostro, chi si ferma, per un momento ha lo sguardo del piccione.
Gonfio di pane guarda il vuoto.
Vola pesante, lotta e fa l'amore.
Dorme la sera, gli occhi chiusi, aspetta l'alba.
E vola cerca il pane e vola piano e cerca il pane, lotta e fa l'amore,
e dopo guarda il vuoto.
(A. Battantier, 1990)
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