LA STANZA (DALLE PAROLE AI FATTI E RITORNO)
Alla casa dello studente passavo tanto tempo nella mia stanza.
Non parlavo con nessuno, neanche a mensa. Come se volessi dimenticare la parola, per riscoprire i fatti.
Mi piaceva questo agire al di là delle parole.
Troppi inganni dalle parole.
In amore poi, non avrei più parlato, per tutta la vita.
La verità è non ero mai riuscita a capire gli uomini.
Per ogni seduzione, un abbandono.
Una volta partecipai ad un seminario di un cretino, "Le armi della seduzione", e cretina io che ci buttai i soldi. Il relatore ci disse che esisteva una relazione tra ciò che guarda un uomo e ciò che vuole: ad esempio, chi cerca una compagna si focalizzerebbe sul viso mentre, invece, chi cerca sesso, punterebbe al corpo.
Io iniziai a scansare i guardatori del mio bel paio di curve, degnando di nota chi mi guardava in viso.
Eppure, andava sempre al contrario di come volevo.
Capii che non si può essere amanti senza soffrire, e che gli incantatori di viso erano solo più furbi.
Fu così che iniziai ad evitare chiunque, per non sbagliare.
La cosa iniziò addirittura a farmi piacere, ma solo per un po'. Uno mi disse:
"Che tipa che sei, prima stuzzichi e poi mi eviti".
Stuzzico!? Ma io non stuzzicavo proprio nessuno, anzi, era il periodo che mi stavo già chiudendo. È solo che certi maschi, se li eviti, si intrippano, almeno a me è capitato così.
Io li ignoravo perché stavo entrando nella stanza della depressione.
Non avevo abbastanza coraggio per lottare.
Passarono sei mesi di oscurità, di isolamento pressoché totale.
Sapete cosa mi ha salvata?
Un ragazzo, raccontava cose buffe e sorprendenti, era spiritoso.
Mi lasciava le colazioni davanti alla porta, mi portava le dispense di Economia, mi scriveva poesie sui post-it.
Le poesie sono parole, ed io raccomandavo a me stessa: "Caterina non ci cascare, sono parole".
Ma le poesie sono belle, tornare a ridere è bello, tornare a mangiare è bello.
Fatti, parole, parole in fatti, fatti in parole.
È tutto un complesso di cose che fa sì ch'io riparta da qua, con Paolo, mi ha riportata alla vita.
Non perdete tempo ad interpretare il linguaggio del corpo, ascoltate i fatti, e mettete alla prova le parole.
E se uno evita di guardarvi negli occhi ma vi guarda da lontano, e se ha un certo tono, vuol dire tutto e niente.
Non cercate troppi indizi.
Fatti e parole vanno a braccetto.
Alle parole devono seguire i fatti, ma i fatti poi tornano alle parole.
L'amore mi tolse dal vuoto e dalla solitudine, ma l'amore non ha una facile spiegazione ed ha i suoi tempi.
Lo senti e basta quando bussa alla tua stanza.
E il tempo lo cambia, lo fortifica, lo svela.
(Memorie di un amore, A. Battantier, 2002, Caterina, 23 anni)
https://youtu.be/JSuzkmE0Pz8ROOMROOM