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IL CARRISTA BOHDAN K.

Il carrista Bohdan K. era alla sua prima missione importante dopo l'addestramento. 

Si era spinto troppo in là, ritrovandosi solo dentro il carro armato oltre le linee nemiche. 
Gli altri erano arretrati e lui non aveva visto il segnale di ritorno alla base.

Ora aveva due possibilità: Attivare il pulsante di autodistruzione oppure provare a tornare indietro con il rischio che qualcuno dei suoi attivasse la temuta modalità autodistruzione.

Se Bohtan K. fosse tornato indietro, forse sarebbe riuscito a macinare i 22 km che gli avrebbero garantito la salvezza.

Sarebbe stato bello ma i nemici erano lì dietro la collina.

E poi, i suoi superiori se la sarebbero rischiata? 

Lui conosceva bene le procedure.
Il carro armato era top secret, il nemico non doveva conoscere il funzionamento. 
Ecco il perché del dispositivo di autodistruzione. 
Un dispositivo che si era reso necessario per impedire il trasferimento involontario di preziosa tecnologia ai nemici in caso di cattura dei mezzi. 
Del resto si sa, i carri armati presentano un’elevata probabilità di cadere in mano nemica in quanto operanti in prima linea. 

Bothan K. decise pertanto di uscire dal portellone secondario con il carro armato in funzione direzionato verso la base. 

Non si fidava di nessuno, amici, nemici, boh!?

Balzò, lasciando il carro armato in modalità automatica; ma sì, che se ne tornasse pure alla base quel bestione.

Quanto a Bohdan K., se ne sarebbe tornato a piedi.

Ormai era notte, non si vedeva a un palmo, neanche con i visori.

Bohdan K. ad un tratto non sentì più il rumore del motore.
Quel carro armato, noto per vantare notevole baldanza e prestanza, purtroppo era famoso per i consumi mostruosi, difatti si fermò dopo 2, 3 chilometri.

Passarono i fatidici 35 secondi e poi avvenne la terribile esplosione.

Lui, nascosto tra le rocce, riuscì a salvarsi.

Tutti lo diedero per morto.
Rimase in quel rifugio improvvisato fino all'alba.

I nemici andarono in perlustrazione cercando chissà, forse, qualche residuo, qualche traccia per scoprire il portento tecnologico, per rubare la scienza della guerra.

Ma Bohdan K. tanto lo sapeva, nulla era rimasto di quel carro armato.

Attese ancora qualche ora, poi riprese il cammino, ma non andò né da una parte né dall'altra.

Scelse di seguire la via della pietra bianca, che, resa accecante dalla luce del sole, si stagliava contro la limpidezza blu del cielo.

Fu lì che vide un campo di pallone.
Faceva caldo, neanche troppo.
Si tolse la divisa, rimanendo in mutande ed anfibi.
Iniziò a prendere a calci i sassi in direzione di una rete bucata. 
Perché si sa, per giocare a pallone con i sassi, gli anfibi sono fondamentali.

(A. Battantier, Frammenti per l'Apocalisse, 2023, Il carrista Bothan K.)

#frammentiperlapocalisse

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