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DIARIO DI UN OCCUPABILE

Oggi mi vedo brutto allo specchio. Elegante ma sciatto e affranto dentro. 
Oggi mi sono addormentato sul treno, al ritorno da un colloquio non sono sceso e mi sono risvegliato a Viterbo. Nel buio vedevo le fiamme dal finestrino, ho pensato: 
Questo treno va all'inferno.
Domani andrò, per l'ultima volta. 
Licenziato, mi resta in mano un foglio, uno scatolone (all'americana diciamo) qualche profumo di amico, disperso nel mondo dei vinti come me. 

***
A lei lascio una piccola mancia in albergo. 
Stella ignota, sai che mi hai salvato con quei sorrisi? 
Anche la finestra che non si può aprire però mi ha salvato, 8 piani son duri da far.

***
Memorie dal lavoro, in giro per l'Italia a fare inutili colloqui.
Me ne torno a casa con la schiena a pezzi ed il morale disfatto. 

***
Sono solo e nel sonno ripiego la cravatta mia impiccata a me e la stanza soffocata da migliaia di cv. 
Sì, lo ammetto, sognavo un altro paese, una fine meno ingloriosa. (Giorno 312 di ricerca lavoro).

***
Ai colloqui ti inquadrano subito, come quello che ha scordato a casa la sua dignità. 

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È faticoso far colloqui. 
Molto più che lavorare. 
In ritardo, trafelato nella hall dell'albergo. 
Avete 50 minuti per i test. 
Eravamo in 300 giovani e forti e in 124 siamo già morti (sul campo di battaglia dei test logico-deduttivi). 

***
Sotto terra i resti di un giorno qualunque, a rincorrere un lavoro, qualche spicciolo in tasca. 
Siamo zombie disperati, affamati alla ricerca dei vivi. 
Vivo è chi lavora. 

***
Mi sono perso a Perugia. 
Dalla stazione c'era un tunnel, ed io l'ho preso e sono uscito all'aldilà dei miei pensieri (colloquio a Perugia, giorno 398). 

***
Avevano bisogno del duplicato del cv (come far perdere tempo per farti capire che non gli servi).

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Scuse. Le faremo sapere, al momento la sua posizione è in stand by. (Un altro giorno da coglione).

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Racconto nel dettaglio la mia vita. Racconto e mi svuoto, specializzandomi colloquio dopo colloquio.

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Cerco lavoro da 2 anni, insieme ad altre migliaia di facce stanche. 
Nessuno ci crede più che finirà la crisi, giriamo per agenzie e centri impiego e quelli ci fanno: "ancora niente ragazzi, chiamiamo noi tranquilli". 
Esclusi dal mondo, gli unici posti veri che troveremo saranno ai cimiteri (forse, costano cari i loculi, andrà bene una croce nel prato).

(A. Battantier, Memorie di un lavoro, 2014/2023)

#memoriediunlavoro

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