Passa ai contenuti principali

LETTERA DI UN PADRE ALLA FIGLIA VEGANA E RISPOSTA DELLA FIGLIA

Cara Lisa,
la mia lettera della Befana voleva solo essere un gioco ma la tua mancanza di ironia mi sorprende.
In fondo potevi essere tu che scrivi alla vecchia dicendo che...

SONO VEGANA, ASSICURATI CHE LA CIOCCOLATA SIA SENZA LATTE, I BISCOTTI SENZA UOVA, I DOLCETTI SENZA MIELE, LE CARAMELLE SENZA ADDITIVI ANIMALI...E TUTTO SENZA OLIO DI PALMA... 

Non sei forse tu un po' rompiscatole con tutte le tue fisime mentre ci facciamo un sano e innocuo barbecue con parenti e amici?
Io so che sei molto convinta della tua scelta di diventare vegana e di rinunciare alla carne. 
Epperò io non la condivido e ritengo che ognuno abbia il diritto di fare le proprie scelte alimentari senza essere giudicato.
Ho sempre mangiato carne e mi piace, e mi sentirei limitato se dovessi rinunciarci. 
Ebbene si, reclamo il mio diritto a mangiare carne, si è fatto sempre così e sempre così si farà nel mondo. 
In questo mondo c'è spazio per tutti e ognuno ha il diritto di fare quello che vuole, ci sono diverse culture e tradizioni alimentari, e ciascuno dovrebbe rispettare quelle degli altri.
Non voglio che tu mi giudichi per le mie scelte alimentari e spero che tu possa rispettare le mie preferenze. 
Negli ultimi tempi ti trovo rigida, intransigente, un po' fanatica su questo argomento ed è importante che tu abbia una mente aperta capace di rispettare gli altri punti di vista.
Spero che possiamo continuare a condividere il nostro amore e il nostro rispetto l'uno per l'altro, nonostante le nostre differenze.

Con affetto,
Papà


***
RISPOSTA DELLA FIGLIA LISA 

Caro papà, ormai siamo entrati nell'era della consapevolezza. 
Non ci sono più scuse, sono chiare le ragioni e le colpe. 
La vostra generazione ne ha molte, anche quella dei fregnoni tipo mio zio. 
Confido (ottimisticamente) nelle generazioni che verranno.
Sono convinta che un giorno ci saranno musei degli orrori dedicati ai macelli ed ai miliardi e miliardi di vittime sacrificate per soddisfare dello stomaco il languore.
Se solo i macelli avessero le pareti di vetro, se solo i bambini potessero farvi visita anziché girovagare per ipocrite fattorie didattiche.
Non oso neanche immaginare quale sarebbe potuto essere il tuo contributo per la liberazione dalla schiavitù afro americana, o per la liberazione della donna. 
Sovente, dietro queste declamate leggi di natura o divine, si nasconde solo egoismo e ipocrisia. 
Chiaramente non sto parlando a chi non vuole capire. 
Mi riferisco a chi ha ancora il cuore aperto e forse capirà.
Ecco perché confido tanto nei miei nipoti, o nei nipoti dei miei nipoti, nelle generazioni future.
Ti abbraccio 
tua figlia Lisa

Ps
E comunque la lettera della Befana che mi hai mandato fa cacare!

(Memorie di un amore, memorie di un animale, A. Battantier, 2021, Anima Lisa, 17 anni)


***
"Il conformismo della maggioranza lo combatte la tenacia della minoranza. 
Rappresentiamo l'avanguardia del cambiamento. 
Siamo solo gocce nel mare. E quindi? 
Unite miliardi di gocce ed esse saranno il mare. 
Per cambiare il mondo serve operare insieme, per un obiettivo comune. 
E l'impossibile sarà possibile"

(M. Thompson Nati, Leadership for a sheep and other animals, 2005)

#memoriediunamore 
#memoriediunadolescente 
#mthompsonnati 
#mariothompsonnati 
#memoriediunanimale 
#MIPLab 
#modelloidealedipersona 


Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e