Un padre e un figlio avevano preso l'abitudine di costruire case all'interno di balle di fieno.
Avevano perduto tutto e se ne giravano per le campagne alla ricerca di fortuna.
Il padre, un uomo di circa 40 anni, già anziano -con l'aiuto di una specie di ferro spada trovato tempo addietro in una discarica- scavava una balla, quel tanto che bastava per farsi accogliere comodamente e dormire, così protetti dal freddo, dalla pioggia, dalla neve, dagli orsi e dai lupi.
Mangiavano quello che avevano trovato lungo il giorno, solitamente frutta e verdura e legumi rimediati da qualche caritatevole umanità.
Per vedere in quella casa di fieno adopravano una piccola torcia solare caricata durante la diurna marcia.
Il padre la sera, dentro quel giaciglio confortevole, raccontava le storie e cantava le canzoni finché suo figlio cadeva sereno alla notte nel sonno.
Il fattore e le balle di fieno quante ne ha fatte quante ne ha fatte?
Il fattore con il trattore ha fatto le balle, le balle di fieno.
Il fattore con il trattore di balle di fieno ne ha fatte 300, il fattore col rosso trattore ne ha fatte 300 o poco meno.
Il fattore le balle di fieno quante ne ha fatte, quante ne ha fatte.
Il fattore con il trattore ha fatto le balle, le balle di fieno.
L'insetto nel bosco è nero e rosso, è una coccinella, il suo nome è Marinella.
L'anatra sguazza nello stagno uè uè, l'anatra sguazza con il suo bebè.
Quanto è bello questo merlo, dov'è andato?
Se n'è andato al mio paesello a fischiare uno stornello.
Faremo capanna con balle di fieno.
La più bella capanna io e papà.
Non aver paura, sono qua.
Faremo capanna con balle di fieno.
Eh sì che c'è da andarne fiero.
Balle di fieno noi insieme vedremo, era amore, amore vero.
(A. Battantier, Memorie di un amore, Le balle di fieno, 2016, pH Stephen Stadif)
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