"Anche io, come nel film che abbiamo visto (400 colpi), ho corso come un pazzerello fino al mare. Era di sera, e mio padre guardava la tv.
Avevo appuntamento con la mia prima vera fidanzatina (avevo 11 anni) ma lei al parco non s'era fatta trovare.
Non rispondeva ai messaggini, e sotto casa sua c'era una festa, tante persone anche grandi.
Lei stava seduta su una specie di dondolo parlando con un cretino che ci stava di sicuro provando.
Io l'ho aspettata, l'ho chiamata, lei mi ha detto: "dai vai vai ci sentiamo domani ora non posso!" e poi se ne è andata verso la piscina.
E allora mi ha preso una specie di rabbia e di disperazione.
E ho iniziato a correre senza sapere cosa fare e dove andare.
Le stelle stavano in cielo, ma erano troppo lontane, così andai al mare.
Una fuga da tutto, piangevo ma un po' iniziai a ridere, un pochetto mica tanto.
Ho toccato l'acqua con tutte le scarpe ed i vestiti e mi sono messo a ballare, come il ragazzino nel film.
Grazie a quel film ho capito che si poteva correre per buttare fuori la rabbia e da allora io corro ogni volta che sono arrabbiato o che ho qualche problema: ecco perché corro tutti i giorni". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007)
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ARRABBIATO
"Le emozioni mie, pure quelle belle, finiscono tutte in rabbia, pure quando ci metto impegno ad essere diverso.
Ho 17 anni e sono violento, ma io li mando dei messaggi prima di scoppiare.
È che la gente, specie mio padre, non li capiscono, e non mi aiutano a placarmi, come almeno fa Gorello, l'allenatore mio che mi parla e mi capisce, pure coi silenzi.
Certi non la vedono la rabbia che sta uscendo.
O non gliene frega niente, o si fanno prendere dal panico, come la prof di matematica che pensa che sò matto.
A volte basta poco per capire, per esempio uno sguardo, un abbraccio, una carezza, pure un vaffanculo ma detto de core e no con la presunzione di chi ha già capito tutto il mondo.
Tanto il mondo non lo capisce nemmeno Gesù Cristo, che se ritorna è pure meglio che magari lo capisce meglio stavolta e ce dà un po' una mano.
Che qua siamo tutti arrabbiati perché c'hanno rubato i sogni...o meglio...da piccoli c'hanno fatto credere che tutto era possibile e poi er mondo c'ha svegliato co na bella doccia de merda de realtà.
Ti credo che siano incazzati! Avremmo bisogno alle volte di un luogo protetto, una capannuccia sull'albero, qualche chiacchiera in più che fa sempre bene.
Infatti se ci penso io vado d'accordo con due persone:
Gorello, che m'allena alle arti marziali, è uno tosto e duro però io lo sento che crede in me.
E poi ci sta la ragazza mia che mi ha fatto riprendere a studiare e dice che je piaccio pure col naso mezzo storto".
(Memorie di un adolescente, 2007, A. Battantier, Pokkopino, 17 anni)
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