BEN SVEGLIATI: LA FIAT NON È PIÙ ITALIANA. IL CASO STELLANTIS, UN'OPPORTUNITÀ PER RIPENSARE LA POLITICA INDUSTRIALE ITALIANA
Stellantis, il colosso automobilistico ora francese, ci fa riflettere sul fatto che la Fiat non è più italiana, ma parte di un conglomerato transnazionale.
Alcuni auspicano un coinvolgimento statale in Stellantis, chiedendo un rappresentante italiano nel consiglio di amministrazione.
Tuttavia, per pareggiare la quota francese, sarebbero necessari ingenti investimenti statali. Ma quale sarebbe l'idea di finanziare una quota dell'ex Fiat?
Perché perseverare con un coinvolgimento statale quando in passato il governo ha concesso un cospicuo prestito a FCA, prontamente utilizzato per dividendi anziché per garantire una presenza italiana nel consiglio di amministrazione?
La politica italiana si risveglia quando è troppo tardi. La "fuga da Stellantis" di migliaia di lavoratori è stata ignorata, così come il ritardo nell'adozione dell'auto elettrica.
Ora che il tema Stellantis è di nuovo al centro dell'attenzione, forse è più utile passare da incentivi all'acquisto a una politica industriale concreta, affrontando l'elettrificazione con progettualità.
Costruire nuove fabbriche, riqualificare operai, stimolare la ricerca: queste sono le sfide reali che richiedono impegno, non litigi su questioni marginali.
Il caso Stellantis riaccende i riflettori sul dibattito attorno alla politica industriale italiana. La transizione verso l'elettrico rappresenta una sfida epocale per il settore automobilistico, con implicazioni profonde per l'occupazione, la competitività e l'economia del Paese.
L'Italia non può permettersi di perdere il treno della transizione e deve giocare un ruolo da protagonista nella nuova era dell'automotive.
La transizione all'elettrico richiede competenze nuove e diverse rispetto al passato.
È fondamentale investire nella formazione e nell'aggiornamento dei lavoratori per non disperdere il know-how e l'esperienza accumulati nel tempo. L'elettrificazione è solo uno dei tanti assi su cui si gioca la competitività del settore automobilistico.
L'Italia deve investire in ricerca e sviluppo per rimanere all'avanguardia e intercettare le nuove tendenze del mercato.
Governo, aziende e sindacati devono lavorare insieme per definire una strategia comune e mettere in campo le risorse necessarie.
La concorrenza internazionale è agguerrita, è necessario un cambio di passo, abbandonando la logica degli interventi spot a favore di una politica industriale strutturale e di lungo respiro.
La politica industriale necessita di una visione chiara e ambiziosa per il futuro del settore automobilistico italiano, in linea con le tendenze globali e gli obiettivi di decarbonizzazione.
La transizione elettrica non può avvenire a scapito dei lavoratori.
È fondamentale accompagnare il processo con misure di sostegno e ricollocazione per chi rischia di perdere il posto di lavoro.
Ecco perché le politiche industriali devono essere accompagnate da un quadro normativo adeguato che incentivi gli investimenti e la crescita del settore.
Il caso Stellantis rappresenta un'occasione per ripensare la politica industriale italiana, con una visione strategica, un impegno concreto e una collaborazione fattiva tra tutti gli attori coinvolti.
(A. Battantier, Mip Lab)
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