Martin Scorsese, in una sua riflessione sul cinema a Berlino, svela il mistero del cinema.
Il processo creativo inizia ogni volta da capo, con la necessità di reinventare la collocazione della macchina e la sequenza di tagli.
Il cuore della creatività? Liberarsi da come una cosa "deve" essere.
Scorsese sottolinea il ruolo determinante degli attori, ma anche la sfida personale nel superare l'ego che si frappone al processo creativo.
È utilissimo superare il sé per dare spazio all'espressione artistica.
E il futuro del cinema?
Non è un'arte in declino, bensì in trasformazione.
La tecnologia può essere indirizzata correttamente, ma ciò che fa la differenza è la voce individuale di chi crea.
Scorsese riconosce che questa voce può manifestarsi su piattaforme diverse, da TikTok a film di lunga durata, ma la chiave è la diversità espressiva.
La sfida dei tempi compressi emerge quando Scorsese parla della disciplina richiesta nel creare contenuti brevi, un'osservazione che getta luce sulle tensioni formali e artistiche nell'era contemporanea.
La dedizione di Scorsese al restauro cinematografico rivela il suo amore per il passato e l'importanza di preservare le influenze che hanno plasmato il suo percorso (l'infanzia nel Lower East Side, l'impatto di film come "Il fiume" di Renoir e le opere di Mizoguchi o "Pather Panchali").
Scorsese evidenzia come i film possano cambiare la vita e plasmare la prospettiva individuale, paragonandoli alle sinfonie di Beethoven che sembrano diverse con l'evolversi del tempo e della persona.
(A. Battantier, Mip Lab)