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MEMORIE DI UN LAVORO: UN ELETTRICISTA AL MUSEO

Me ne stavo al museo di arte moderna e contemporanea, per finire alcuni lavoretti. 

Sapete, io sono elettricista, servivano prese e lampade speciali per l'installazione di un artista tedesco. 
Bè, insomma, ero stanco, mi serviva la pausa di metà mattina. 
Io mi sveglio alle 5 di mattina, e comunque ho 61 anni. 

Ecco, esco a farmi un panino ed un caffè, e, neanche 1 minuto mi accorgo di aver dimenticato gli occhiali dentro, sul parquet della sala dell'IMMAGINARIO. Cavolo, quelli costano, ho appena pagato la prima rata. 

Allora rientro, ma trovo la sala affollata. 
Non riuscivo a passare, ho pensato: 

'Qualcuno si sarà sentito male, porello'. 

Ma io dovevo prendere gli occhiali. Arrivo agli occhiali, stavano ancora in terra e tutti a guardarli e a scattargli foto. 

'Ma che sono tutti matti qua dentro?', 
ho pensato. 

Mi inchino per recuperarli, ma mi guardano malissimo come se il matto fossi io, e mi spingono via. 

Ma vi rendete conto? Una folla inferocita mi ha allontanato dai miei occhiali. 

'Aoo ma sono miei, sono i miei occhiali, costano 238 euro!!!'. 

Per fortuna che è arrivato Pietro, l'amico custode. 
Ha detto, indicandomi: 

"Fate passare, ecco l'artista!"

La folla a questo punto, lentamente si sposta e mi guarda in modo diverso.

Io mi abbasso, inforco gli occhiali, un tizio mi dice: 

"Scusi, qual è il titolo di questa opera?". 

Ed io: 

"Sguardo sul nulla". 

E me sono andato a finire le prese elettriche, lasciandoli lì a non capire un cazzo che è un cazzo. 

(Memorie e di un lavoro, A. Battantier, 2007, dedicato a Luciano ed Alberto)





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