Nei primi del ‘900 eravamo operaie in fabbriche di orologi.
I padroni volevano solo donne e ragazze, spesso minorenni, perché le donne sono più precise ed hanno le mani piccine.
Spennellavamo tutto il giorno lancette degli orologi, per renderle luminose al buio.
La vernice conteneva radio, un elemento chimico radioattivo, tossico e pericoloso, causa di ustioni alla pelle e dentro di noi.
Non ci avevano detto niente.
Siamo morte anzitempo, una mia amica a 16 anni, io ho retto fino a 21.
Ci chiamavano "le lucciole"; quando alla sera Manuel veniva alla fabbrica, noi si rideva perché ero coperta di luce dai capelli alle scarpe.
Solo volta mi venne un dubbio:
I capi in fabbrica utilizzavano schermi di piombo, maschere e tenaglie.
La società aveva distribuito materiale “ad esclusivo uso interno dirigenziale” informando sui devastanti "effetti pregiudizievoli" del radio.
Ma a noi no, non ci avevano detto niente.
Me ne morii in un letto dell'Orange Memorial Hospital.
(Memorie di un lavoro, A. Battantier, Non ci avevano detto niente, 2019)
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Circa 4.000 le lavoratrici coinvolte negli Stati Uniti e in Canada per dipingere i quadranti degli orologi con il radio. Mescolavano colla, acqua e radio in polvere e poi usavano pennelli per applicare la vernice luminosa sui quadranti.
I pennelli perdevano rapidamente la forma, pertanto la dirigenza della US Radium Corporation incoraggiava a bagnare con la lingua i pennelli per tenerli appuntiti.
I capi sapevano e si cautelavano. Nessuna precauzione invece per le giovani lavoratrici.
Dopo cinque anni di continua esposizione al radio, iniziarono a perdere denti, con distruzione del tessuto osseo nel corpo e lo sviluppo di tumori.
Alcune lavoratrici fecero causa alla Radium Corporation.
Altri colleghi iniziarono a prendere precauzioni e a denunciare le aziende.
Nacquero regolamenti che salvarono la vita a tanti lavoratori.
Le Radium girls vinsero la causa, nonostante le false testimonianze dei medici: speravano di chiudere la causa dichiarando che le ragazze fossero affette dall’infamante accusa morale di sifilide.
Questo caso gettò le basi per indagare la "malattia professionale" nel diritto del lavoro.
Misure di sicurezza, protezioni, regolamenti per la sicurezza del lavoro, il diritto dei lavoratori di citare in giudizio le aziende per danni subiti a causa di abusi professionali.
E oggi?
Pochi decenni fa era possibile ingerire radio o inserire un metallo radioattivo nei cosmetici.
Ma quante sostanze tossiche sono presenti, più o meno a nostra insaputa, nella nostra vita quotidiana?
Quanti alimenti vengono propinati dalla pubblicità, quanti pesticidi o farmaci, sono coperti dal segreto industriale per tutelare vili interessi economici a danno della salute umana e dell'ambiente?
(A. Battantier, Memorie di un lavoro, 2020)