Si confondono i termini e il senso delle parole.
Da anni non si dice "sono triste" ma "sono depresso".
Mi ha colpito la riflessione di Hunter Doherty "Patch" Adams, lo slittamento di parola DEPRESSIONE-SOLITUDINE.
Perché essere tristi non va bene.
Anche davanti alla morte non si può esternare il lutto.
In questa società è richiesto l'essere veloci, sorridere sempre e a qualunque costo. Sempre allegri bisogna stare, di buon umore, vietato parlare di sé nel profondo.
La depressione è un'epidemia di portata mondiale. Secondo le stime dell'OMS, la più diffusa malattia del pianeta.
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"La maggior parte delle depressioni ha le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine.
È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci.
Se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci.
Non c'è industria medica che tenga, basta l'amore umano.
E la cosa meravigliosa è che non serve una scuola di formazione per essere amanti.
Tuttavia c'è sempre uno squilibrio tra quanti continuano ad "ammalarsi" di questa malattia e coloro i quali cercano, ognun per sé, di arginarla".
(Hunter Doherty "Patch" Adams, dalla Conferenza al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, ArcoIrisTv, 27 marzo 2008)