Due paesi erano in lotta da sempre. I re fecero costruire al confine due finti paesi bellissimi di cartone, frontoni di legno e ninnoli vari, per impressionare i nemici.
I re ordinarono che i villaggi fossero abbelliti. Semplici capanne vennero decorate con fiori, fondali dipinti e portali trionfali, finti giardini su tela ingannatori delle meraviglie.
I villaggi vennero costruiti con facciate in legno, perché i re volevano che i dirimpettai credessero ai fasti di un paese forte, ricco, rigoglioso.
Epperò gli altri non erano da meno.
C'erano attori che impersonavano falsi pastori ed operai gioiosi, donne che andavano alla fontana intonando a gran voce inni nazionali, alla sera si accendevano candele.
Nessuno però abitava in questi paesi, si fingeva di vivere una vita felice, per cercare di demoralizzare i confinanti, che però facevano lo stesso, in una lotta all’ultimo inganno.
Quando le vedette avverse si facevano vive, ecco che partivano sempre gli stessi greggi di pecore lungo il confine, bestie varie e sacchi di grano con dentro sabbia per incantare abilmente i nemici ormai secolari.
Quasi ogni sera si inscenava una fantasmagorica festa condita da fuochi d'artificio, con alcuni suonatori che suonavano e urlavano per tutta la notte.
Furono installati altoparlanti in cima ai lampioni per far ascoltare messaggi nazionalistici all’altro paese e musiche patriottiche trasmesse fino a 21 ore al giorno.
Non vi dico poi cosa avvenne allorquando iniziò la “Guerra dei pennoni”.
Un paese decise la costruzione di un pennone di 100 metri di altezza su cui issare la propria bandiera blu e rossa.
Subito l'altro paese ne costruì uno alto 113 metri posto al centro del villaggio e venne issata trionfalmente la bandiera rossa e blu.
I blu e rossi replicarono alzando a 123, i rossi e blu 124 metri.
Oggi i due paesi sono rispettivamente 221 e 226 metri e continuano a guardarsi da vicino, separati da una linea di frontiera.
Sono aumentati gli asili, le scuole primarie, gli ospedali.
Ma noi ormai lo sappiamo che i due paesi sono disabitati.
Noi bambini lo sappiamo perché un giorno la palla oltrepassò la frontiera e allora, circospetti, ci inoltrammo nel paese nemico.
C’era solo un vecchio custode che toglieva la polvere e le foglie dai pannelli di legno.
Era pagato per preservare l'illusione di attività umana.
Ci guardò smarrito parlando, sorprendentemente, nella nostra stessa lingua:
“Sono quasi 50 anni. E’ da tanto che aspettavo qualcuno! Qui dietro c’è un campo di calcio, ma fate piano con la palla, e non lo dite a nessuno!”.
Noi ce ne andammo a giocare dietro quei pannelli.
Sugli spalti si mise il custode a guardarci giocare in silenzio.
(A. Battantier, 2022, I due paesi/Il Nazionalismo spiegato ai bambini)
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"Cos'è il nazionalismo? È l'amplificazione (fino all'esaltazione) del concetto di nazione, che unilateralmente afferma valori tesi alla minimizzazione (fino all'annientamento) dei valori dei paesi stranieri". (M. De Pretis, 1950)