LA FOBIA ANTI ORSO: UN'EMERGENTE OSSESSIONE
È di questi ultimi tempi la crescente fobia antiorso divenuta l'ossessione dei politicanti trentini e di parte dei cittadini. L'amore per questi animali dovrebbe guidarci invece, affinché possiamo ritornare al senso profondo della natura e al rispetto per ogni essere vivente.
Qualche idiota è arrivato a concepire addirittura l'idea di liberarsi della popolazione degli orsi.
LA NECESSITÀ DELL'ECO-CENTRISMO
Ma dobbiamo passare da un ego centrismo ad un eco centrismo, comprendendo che la natura siamo noi: non perdiamoci.
ORSI NELLA CULTURA POPOLARE: SIMBOLI POSITIVI DELL'INFANZIA
Eppure, se ci pensiamo, fin da piccoli siamo cresciuti con un immagine positiva degli orsi: Riccioli d'oro, Little John di Robin Hood, Baloo del libro della giungla, L'orso Yogi e Bubu, Winnie Pooh, Koda, Fozzie l'orso dei Muppets, Paddington, l'orso di Masha, l'orso panda Po, sono del tutto privi di intenzioni ostili.
Dormire con il proprio orsacchiotto aiuta il bambino a non aver paura e a tollerare la separazione imposta dalla notte.
Gli orsi sono sempre stati protagonisti di racconti e leggende popolari, storie di cacciatori e viaggiatori, film d'animazione e romanzi.
LA DOPPIA VISIONE DEGLI ORSI: BELLEZZA E PERICOLO
Molte persone, entrando nella natura, hanno trovato questi animali belli, ma pericolosi, dimenticandosi che gli orsi hanno illuminato l'infanzia di noi bambini.
Non è irrazionale avere paura degli orsi se si è soli durante un'escursione avventata.
LA DISTINZIONE TRA PAURA RAZIONALE E FOBIA IRRAZIONALE
Il concetto di "fobia" permette di distinguere tra una paura insolita e irrazionale ed una paura "oggettiva".
La fobia è una paura immotivata, irrazionale.
Chi ne soffre si rende conto dell'irrazionalità della sua paura, ma non riesce a vincerla, a dominarla, essa risulta sproporzionata rispetto allo stimolo esterno scatenante (la parola fobia deriva dal greco “phóbos”, traducibile con “panico”).
Ricordo, anni fa, il caso di un uomo di circa 45 anni. Aveva la fobia dei leoni e tigri, abitava a Roma:
"Dottore mi aiuti, mi sento davvero uno stupido, come i bambini che hanno paura del buio".
Aveva esordito così al primo incontro che abbiamo avuto. Sapeva che la sua paura era assolutamente immotivata.
Abitava nelle vicinanze del giardino zoologico e la frase ricorrente era:
"Lo so che sono in gabbia ma se scappano? E se me li trovo davanti?".
Si aggirava circospetto nel quartiere pensando sempre di trovarsi di fronte e qualche bestia affamata.
TERIOFOBIA: LA PAURA DELL'ANIMALITÀ NASCOSTA
Probabilmente gli umani conservano un'atavica fobia per grossi predatori, leoni, tigri, orsi, una sorta di difesa ancestrale contro le minacce primitive.
Del resto però, a conti fatti, l'unico vero nemico dell'orso è l'essere umano, che ha letteralmente cancellato l'orso bruno da parte del suo areale e continua a perseguitarlo per i motivi più svariati. Per non parlare dell'orso bianco.
Paradossalmente il fobico sembra attratto dal suo nemico simbolico.
La "Teriofobia" (paura degli animali/dell'animalità) è proiettata in genere su di un animale solo, che diventa un capro espiatorio e viene distrutto (simbolicamente e, negli intenti reconditi, fisicamente).
Del resto l'uomo tende da secoli a negare la propria animalità come se fosse terrorizzato dalla sua essenza animale.
L'allontanamento simbolico della parte animale, questo è ciò che fa paura, si tratta dell'oggetto di una rimozione, ciò che deve essere sacrificato, addomesticato, respinto, eliminato, perché lo spazio dell'esperienza umana possa chiudersi e compiersi senza resti, ostacoli, disturbi.
La civiltà poggia su una contrapposizione tra umano e non-umano che struttura sia materialmente che simbolicamente ogni aspetto dell'esperienza umana.
Che si tratti della "natura esterna" prima cacciata e poi addomesticata o della "natura interna" che deve venir coltivata secondo il principio di prestazione vigente, "per fare un uomo" ci vuole il dominio materiale e simbolico sull'animale: sia quello non-umano, sia quello umano.
Questo fenomeno, attraverso cui l'uomo nega la propria animalità si manifesta quotidianamente nelle società occidentali.
La teriofobia rappresenta, paradossalmente, il senso più profondo del dominio dell'uomo sull'animale.
Si tratta della paura della proiezione bestiale che è in noi, una paura della nostra natura originaria, trasformaa in odio e cancellazione dei luoghi ancestrali.
(Andrea Battantier, Mip Lab, 2023)
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