Credo che l'arte sia la suprema finzione e, al contempo, un atto di creazione che si rivolge alla nostra anima più profonda.
L'arte non cerca di descrivere la realtà ma di anticiparla o di ritornarci sopra, sapendo che il passato non vuole essere dimenticato.
L'arte ricostruisce ogni volta una realtà temuta o desiderata, plasmando il mondo secondo la sua intima visione.
Attraverso l'arte il mondo prende forme nuove aiutandoci ad esplorare i recessi più profondi dell'animo, un viaggio nelle vie dell'inconscio, dove ogni emozione, ogni pensiero, anche il nulla, trova voce e forma.
La verità nell'arte è un bluff poiché all'arte non interessa raffigurare la realtà oggettiva ma di esplorare la realtà soggettiva, quella che si cela nelle profonde vie dell'inconscio.
L'arte sonda emozioni, desideri, paure e dà loro forma. Credo nell'arte come attività di conoscenza profonda del reale, un varco verso la comprensione del mondo e di noi stessi.
L'artista non è un cronista o un mero creatore di finzione ma un visionario che cerca di rivelare la verità nascosta dietro la superficie delle cose, che tenta di trasformare il caos e l'ipocrisia del mondo in una forma da contemplare, comprendere, cambiare.
L'arte non è realtà ma è un filtro attraverso il quale possiamo percepire la realtà in modi nuovi.
E così, anche se l'arte è menzognera nella sua finzione, contribuisce alla verità.
Non ci mostra la verità oggettiva ma ci svela una verità interiore, una verità emotiva che risiede in ognuno di noi.
L'arte ci spinge a riflettere, a emozionarci, a interrogarci sul significato della vita e sull'essenza stessa dell'umanità.
(A. Battantier, l'Arte, 2006)