Sinéad O'Connor scatenò una delle polemiche più intense della sua carriera il 3 ottobre 1992, durante una performance al Saturday Night Live (SNL), quando strappò in diretta televisiva una foto di Papa Giovanni Paolo II, come atto di protesta contro gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica.
Durante l'esibizione di War di Bob Marley, O'Connor modificò il testo per denunciare gli abusi sui minori nella Chiesa, cantando: "the ignoble and unhappy regime which holds all of us through child abuse".
Al termine, mostrò la foto del Papa, la strappò e gridò: "Fight the real enemy" ("Combatti il vero nemico").
Il gesto era legato alla sua esperienza personale: la foto era appartenuta a sua madre, che l'aveva abusata fisicamente e sessualmente.
O'Connor la conservò per anni, associandola alla complicità e copertura della Chiesa negli abusi.
NBC la bandì a vita dal network.
Fu fischiata al concerto per i 30 anni di Bob Dylan al Madison Square Garden.
Centinaia dei suoi dischi furono distrutti con un rullo compressore a New York.
All'epoca, i casi di pedofilia clericale erano spesso insabbiati. O'Connor voleva smascherare il sistema di copertura della Chiesa, anni prima che scandali come quello di Boston (2002) emergessero.
Sinead subì abusi dalla madre, cresciuta in un'Irlanda cattolica che normalizzava la violenza. La Chiesa, per lei, era complice.
Nel suo memoir Rememberings (2021), scrisse:
"Quella foto rappresentava bugie e abusi. Non sono nata per essere una pop star, ma una cantante di protesta".
O'Connor aveva ragione: Negli anni successivi, la Chiesa ammise gli abusi (Giovanni Paolo II nel 2001, Benedetto XVI nel 2010).
Sopravvissuti agli abusi clericali la definirono coraggiosa e profetica. Michael McDonnell di SNAP disse: "Diede coraggio a migliaia di vittime".
Dopo il 1992, fu emarginata dall'industria musicale.
Oggi il gesto è visto come un atto pionieristico contro l'ipocrisia religiosa.
Come scrisse Rolling Stone: "La storia le ha dato ragione".
Per approfondire, esiste il documentario Nothing Compares (2022), che esplora il contesto della sua protesta.
O'Connor è morta nel 2023, ma la sua protesta rimane un simbolo di ribellione e verità.
(A. Battantier, Memorie di una croce, Memorie di un bambino, Memorie di un amore, Mip Lab, 4/25)
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