Abelardo era un maestro di logica, libero dentro, un'offesa per i vecchi di cervello. Si innamorò di Eloisa, sua giovane allieva, la sposò in segreto ed ebbe un figlio.
Tutta questa situazione fece un pochino indispettire lo zio permaloso di Eloisa, che lo fece evirare.
I due innamorati si separarono, tornando ad un regime di logica apparente, in linea con il medioevo, e si fecero religiosi, non potendosi più fare.
Ma continueranno a scambiarsi lettere per tutta la vita.
A scuola abbiamo letto alcune di queste lettere e sono veramente belle.
Se solo riuscissi a scrivere una lettera così a Giada sarei il ragazzo più felice della terra.
Magari però, senza correre rischio di essere evirato pure io, visto che suo padre non mi sopporta proprio.
Ora dovrei parlare della filosofia di Abelardo, sennò vado fuori tema e m'abbassa la media.
So che lui intendeva la logica come un qualcosa che stabilisce la verità o la falsità di un discorso.
E poi, un'altra cosa bella che diceva, è che nella realtà non c'è nulla di universale.
Perché è tutto uno stato mentale.
Mi piace questa cosa che l'universale è una specie di stato della mente.
Noi costruiamo un significato nei confronti della realtà esterna.
E poi mi piace perché lui, di fronte a tutti i conflitti che c'erano tra i teologi, filosofi dell'epoca, in pratica dice:
E non litigate, ognuno faccia una sua ricerca personale e scopra la sua verità.
Abelardo diceva che non si deve credere in nulla se prima non lo si è capito.
Non lo so, io sono ignorante, però a pelle Abelardo mi sta simpatico e secondo me Eloisa era pure bona".