Grave è l'emergenza legata ai fascicoli arretrati nei Tribunali per i minorenni in Italia, con particolare attenzione a casi di bambini e adolescenti in situazioni critiche.
La mancanza di personale amministrativo e di giudici rispetto alla mole di lavoro porta a un accumulo di oltre 110 mila fascicoli, ognuno rappresentante il destino di un minore.
La carenza di risorse si riflette nei casi esaminati.
Vincenzo, affetto da disturbo depressivo, subisce ritardi nei servizi sociali, portandolo alla droga.
Claudia e Armando restano in comunità a causa di genitori tossicodipendenti, mentre Marco, dopo un percorso di disintossicazione, attende 13 mesi per il reintegro nella responsabilità genitoriale.
Il caso di quattro fratelli alla deriva evidenzia la difficoltà dei giudici nel prendere provvedimenti mirati, mentre la storia di Gioia, orfana di femminicidio, mette in luce ritardi nella dichiarazione di adottabilità e mancanza di supporto psicologico.
Marina, vittima di abusi sessuali, interrompe la terapia a causa della scadenza del contratto della cooperativa.
Francesca, madre alcolista, sperimenta difficoltà nel reinserimento nella vita normale, evidenziando lacune nei passaggi di competenze tra servizi sociali e specialistici.
Le competenze divise tra Tribunale per i minorenni, Tribunale ordinario e giudice tutelare complicano ulteriormente le situazioni.
La riforma Cartabia del 2021 mira a riunire tutti i procedimenti minorili sotto un unico tribunale entro ottobre 2024.
Tuttavia, la necessità di proroghe per i giudici onorari e ritardi nell'informatizzazione indicano sfide nella sua attuazione.
La situazione mette in luce le difficoltà del sistema giudiziario minorile italiano, con ripercussioni significative sulla vita dei minori coinvolti.
La riforma dovrà affrontare sfide concrete per garantire un effettivo miglioramento della situazione.
(A. Battantier, Mip Lab)
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