La libertà di porre domande è il fulcro del nuovo progetto di Ai Weiwei, intitolato "Ai vs AI".
L'artista interroga l'Intelligenza Artificiale con 81 domande, affermando che la liberazione umana dipenderà dalle domande poste, non dalle risposte fornite.
Questo imponente progetto assume proporzioni globali, connettendo le più grandi città del mondo attraverso una rete.
Ai Weiwei si interroga sul possesso nelle società democratiche, sull'umano desiderio di morte, e su chi trarrebbe maggior beneficio durante i conflitti.
Queste domande si ispirano alle 172 del poeta cinese Qu Yuan, incise su un tempio ancestrale.
Le domande, affiorando sugli schermi pubblici di città come Londra, Seoul, Milano, Lagos e Berlino, si susseguiranno per 81 giorni.
Questa durata simbolica richiama il periodo in cui Ai Weiwei, noto attivista e dissidente, fu detenuto in Cina nel 2011, sotto l'accusa di evasione fiscale che mascherava un tentativo di limitare il suo impegno politico.
"Ai vs AI" rappresenta la "libertà di porre domande", spaziando tra questioni politiche ("puoi compilare una lista completa di tutti i prigionieri di coscienza nel mondo?") e temi esistenziali, oltre a interrogativi surreali.
Secondo Ai Weiwei, non si tratta solo della libertà di espressione, ma del diritto fondamentale di porre domande.
L'Intelligenza Artificiale, in questo contesto, agisce come un oracolo e uno specchio dell'umanità.
L'uomo, attraverso l'AI, si interroga sull'insensatezza della vita e della morte, sull'assurdità delle guerre e degli orrori umani, e sull'esasperazione nei confronti dei sistemi politici ed economici che governano equilibri sempre più precari.
Questo progetto incarna la riflessione profonda e la ricerca della libertà attraverso l'atto stesso di porre domande significative.
(A. Battantier, Mip Lab)
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