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Visualizzazione dei post da giugno, 2024

IL TEMPO, IL SENSO DELLA VITA

Capita alle volte, un senso di disorientamento e smarrimento. Quando siamo giovani percepiamo il tempo come una risorsa infinita.  Questa illusione di abbondanza temporale ci porta a credere di avere sempre il controllo sulle nostre scelte e sul nostro destino.  Epperò, la vita scorre con una rapidità sorprendente, ed ecco arrivare una scintilla, il momento in cui ci rendiamo conto che il tempo è trascorso inesorabilmente, lasciandoci con un senso di urgenza e rimpianto per le opportunità perse. Questa consapevolezza tardiva può generare ansia e un profondo senso di frustrazione.  L'assenza di una guida chiara su quando e come agire per realizzare i propri obiettivi lo scopri dopo. E intanto, benvenuti in società, dove la pressione sociale e le aspettative creano una sensazione di inadeguatezza. Può aiutare il trovare un senso alla propria esistenza anche nelle circostanze più avverse.  Del resto, il significato della vita non è qualcosa di predefinito, ma deve essere scoperto e cr

GLI STUMBLE GUYS SPIEGATI A MIO NONNO (E RISPOSTA DEL NONNO)

Caro nonno tu mi chiedi perché mi piace questo video gioco.  Ora ti racconto perché mi piace quando gioco a Stumble Guys. Forse sembra solo un gioco ma ogni volta che guido il mio personaggio attraverso ostacoli e corse pazze, sto allenando il mio cervello a risolvere problemi e a prendere decisioni al volo.  Tu ci hai provato l'altro giorno ma ti sei arreso subito. Quando incontri un ostacolo, come una grande palla che rotola verso di te, il tuo cervello deve decidere in una frazione di secondo se saltare, schivare o correre più veloce.  Questo mi può essere utile pure per allenare il cervello in altre cose della vita non solo nei videogiochi.  E poi c'è la parte della pazienza.  Tante volte cadi e ti rialzi?  Ogni caduta è una lezione che ti insegna a non arrenderti mai.  Ci rimani male e vorresti buttare tutto epperò, quando finalmente raggiungi il traguardo, la sensazione è troppo bella.  È come quando impari ad andare in bicicletta: le prime volte cadi, ma poi, un giorno,

E DI UN MONDO TUTTO CHIUSO IN UNA VIA (La Solitudine a 13 anni)

Sono qui, seduto sul letto, lo sguardo perso nel vuoto della mia stanza.  Sento gli altri ragazzi ridere e giocare insieme. Mi sento solo, bloccato in una bolla che mi separa dagli altri.  C'è un videogioco e mi sento come Tom, che non ha una mappa ed è perduto nel deserto e non sa da che parte andare.  Mi sento diverso, sono italiano anch'io ma parlo una lingua straniera mentre tutti intorno a me sembrano parlare la stessa lingua segreta degli amici. A volte mi chiedo: "Perché sto sempre solo? Perché non riesco a fare amicizia come gli altri?". Esco di casa e mi sento un ippopotamo lontano dal suo fiume, fuori posto e spaesato, e pure a rischio di essere sgranocchiato dai leoni.  Gli ippopotami almeno hanno gli altri ippopotami intorno, io invece mi trovo sempre solo, chiuso dentro le quattro pareti di questa stanza. Vorrei avere una bacchetta magica per fare amicizia. Sarebbe bello agitarla in aria e dire qualche incantesimo che mi trasforma in qualcuno che piace a

È OGGI! (La scintilla)

Tra la ninna nanna dell'Assiolo ed il risveglio delle cornacchie e delle tortorelle, si racchiude la mia vita in campagna. All’inizio del giorno, il primo pensiero affiora piano:  "È oggi!".  Ogni giorno porta con sé l’inaspettato, il caso e la necessità si intrecciano alla nostra vita.  Anche oggi si può decidere di cambiare, di lasciare ciò che non va bene, di accettare ciò che non va male (o accettare il male solo se non sappiamo cosa fare), di ricominciare.  La stanchezza dei giorni passati, dei tentativi falliti, delle speranze deluse, pesa sulle spalle, ma c’è ancora spazio per riprovare, per lasciare andare le zavorre del passato e abbracciare nuove possibilità. Oggi, li hai ancora con te i tuoi sogni? Progetti da realizzare, quali? La vita è un alternarsi di vittorie e sconfitte, gli alti e bassi segnano il cammino.  Tante volte è sembrata finita, ostacoli insormontabili che ci hanno fatto dubitare della nostra forza.  Serve la scintilla che ci invita a non arrend

L'ASSIOLO

Il sole era calato da poco, le ultime sfumature nel cielo arancio. Seduto sul vecchio portico della casetta di campagna, si domandava come avesse fatto a non pensarci prima a scappare in quel luogo dimenticato. Via dalla città e da una vita sempre sul punto di sfuggirgli di mano. Gli occhi si spersero nelle ombre lunghe degli alberi, in quel disordine che, stranamente, gli dava un senso di pace.  L'erba era alta, gli alberi cresciuti meravigliosamente alla rinfusa a coprire quasi interamente la casa e il tetto. C'era qualcosa di perfetto nell'imperfezione di quella scena, il disordine regnava sovrano ma non era come sembrava.  La natura aveva sempre avuto il potere di rassicurarlo, di farlo sentire meno solo nella sua confusione.  Aveva studiato a lungo per cercare di dare un senso a un mondo che gli appariva sempre troppo inutilmente complicato. Una notte, guardando il cielo stellato, aveva riflettuto su come tutto fosse collegato: le stelle, le galassie, i buchi neri.  Tu

LO SCHIAVO: L'ITALIA NON È UN PAESE BUONO

Mi chiamo Satnam Singh.  Il mio nome è comune nel Punjab, ma qui in Italia sono solo un fantasma nero, uno schiavo senza diritti.  Sono uno di quei lavoratori che raccolgono frutta e verdura per più di 14 ore al giorno, senza permesso di soggiorno, senza ferie, senza malattia, senza tutele.  Mi è stata tolta anche la dignità, ridotto a una misera paga che mi lega a un ciclo di sfruttamento senza fine. Sono diventato un invisibile, uno dei tanti immigrati che vivono e lavorano nell'ombra.  Perché parlo al presente? Perché ora sono un fantasma vero. L'altro giorno ho perso un braccio.  Ero lì, nella campagna, a raccogliere ortaggi sotto il sole cocente, quando un macchinario si è inceppato. L'ho visto avvicinarsi, la lama lucida che scintillava sotto il sole.  Ho sentito il dolore acuto, poi solo il vuoto.  Il mio braccio schiacciato, mozzato.  Ho urlato, ma nessuno è venuto ad aiutarmi.  Il padrone mi ha visto, ha visto il mio sangue che inondava il terreno, ma ha deciso che

I PICCIONI

Giovanni, un uomo sulla sessantina, si svegliò acciaccato dal suo giaciglio di cartone, nascosto tra i vicoli del centro.  Gli occhi socchiusi per la luce dell'alba, si stiracchiò, cercando di sciogliere gli esili muscoli intorpiditi.  Aveva perso il conto degli anni passati così, a vagabondare senza meta. Ogni mattina, dopo la colazione offerta dall'ostello, prendeva la sua bustina di bruscolini e andava alla panchina vicino al Tevere. Quella panchina era il suo rifugio. I piccioni lo attendevano ogni giorno.  Erano loro a dargli un senso di appartenenza, un piccolo conforto nella solitudine della sua esistenza.  Giovanni spargeva i bruscolini o altri semini e osservava il brulicare di piume grigie e becchi rapidi.  C'era un piccolo passerotto, diverso dagli altri, che alle volte si avvicinava più degli altri.  Ora il sole era alto e caldo, i turisti cominciavano a riempire le strade.  Giovanni sedeva sulla panchina, circondato dai suoi amici, quando un gruppo di ragazzett

LA CENA DI CLASSE (Colonialismo e Bullismo, il peso della prepotenza)

Ieri sera c'è stata la nostra cena di classe. Ero nervoso, ma anche un po' emozionato, la fine della scuola ha aggiunto un peso nuovo ai miei pensieri.  La cena è andata abbastanza bene, anche se mancavano alcuni compagni. Due di loro sono stati bocciati e, secondo me, non se lo meritavano, potevano essere aiutati. Questa delusione volava nell'aria, una nuvola che si rifiuta di svanire. Durante la serata, ho notato un gruppetto di ragazzi più grandi che giocavano a pallone senza maglietta. Li guardavo, affascinato dalla loro sicurezza, desiderando di provare a giocare con loro.  Ma non avevo il coraggio.  Alcuni dei miei compagni erano troppo impegnati a parlare solo delle loro cose, isolati in un mondo che sembrava inaccessibile.  Io invece cercavo di unirmi agli altri, perché è bello stare insieme agli altri. Ora che è finita la scuola, mi manca la classe.  Mi mancano i momenti condivisi, le risate e pure le discussioni.  Penso a quello che facevo prima, alle giornate sca

I GATTI E LO YOGA

Nella vecchia casa di mattoni rossi, con le finestre a piccole vetrate che si affacciavano sul giardino incolto, quattro gatti osservavano con aria annoiata i loro umani impegnati in goffi tentativi di yoga.  Era un pomeriggio di mezza estate, e il sole filtrava attraverso le tende semichiuse, creando giochi di luce sul pavimento di legno lucidato. Sulla moquette del soggiorno, in mezzo a tappetini colorati e cuscini sparsi, i due umani si contorcevano seguendo un tutorial, visibile su uno schermo minuscolo di un cellulare appoggiato su una pila di libri.  Bastille si stese comodamente sul divano, le zampe anteriori distese in avanti e le vibrisse appena mosse da un soffio d'aria: "Che pena," pensò, socchiudendo gli occhi.  "Non li posso vedere in questo stato. Sono esseri incapaci". Nel frattempo, Ghepi, il longilineo gattino giovane e irrequieto, osservava con curiosità i movimenti scoordinati dei due umani: "Ma ti rendi conto," disse rivolto a Basti

NON BISOGNA PROVARCI, BISOGNA RIUSCIRCI. MA SE NON RIESCI, VATTENE A GUARDARE I FIORI E LE PIANTE

Una leggera foschia sfumava i contorni delle case e le promesse inconsistenti.  Si era svegliato con un vuoto nel petto, non riusciva a spiegarsi, un’ombra gli gravava addosso senza una ragione apparente. Era un malessere indefinito, fissava il soffitto a letto, chiedendosi se fosse normale sentirsi così.  Non era una questione di incapacità, epperò c’era un impulso ad ottenere qualcosa che sembrava sfuggirgli sempre, come se l’abisso del nulla fosse lì, pronto ad inghiottirlo.  Masochismo o auto sabotaggio, esiste un modo per ricominciare? Quel giorno uscì di casa senza salutare, camminando verso la stazione con passi decisi, dentro sentiva una frenesia incomprensibile, un’inquietudine che lo divorava. Alla stazione c’era una donna che suonava una fisarmonica, forse un organetto. La musica riempiva l’aria con note che sembravano riflettere il suo stato d’animo.  Si fermò un momento, ad ascoltare.  "Grazie," disse alla donna, lasciando cadere qualche moneta nel suo cappello. 

LA RIVELAZIONE (Quando ti succede qualcosa di brutto, la natura di chi ti circonda si rivela in modo chiaro)

Non c'è momento nella vita più illuminante di quando si attraversa una sofferenza profonda.  Allora il velo di normalità e convenienza che copre le nostre relazioni quotidiane viene strappato via, lasciandoci di fronte alla nuda verità di chi siamo e chi sono  coloro che ci circondano. In questi momenti, alle volte, scopriamo persone sincere che, senza esitare, si avvicinano con un abbraccio, una parola di conforto, un gesto di sostegno.  Allo stesso tempo, vediamo l'ipocrisia che si nasconde dietro sorrisi e frasi di circostanza, dietro promesse vuote e supporti superficiali. Il dolore aiuta a vedere meglio. Quando tutto va bene, è facile lasciarsi avvolgere da un'atmosfera di superficialità e indifferenza, ma la sofferenza ti fa capire tante cose.  Ti costringe a guardare in profondità, a esaminare con occhio critico le persone e le relazioni che hai coltivato.  Nulla sarà più come prima, perché ciò che hai visto non può essere invisibile.  È un doloroso ma necessario pro

L’AMORE È L’UNICA COSA CHE SI MOLTIPLICA DIVIDENDOLO

Non voglio parlare di quell'amore romantico che vediamo nei film, ma dell'amore che possiamo donare a tutti, ogni giorno, senza aspettarci nulla in cambio.  Ho letto una frase di Buddha che dice:  "L’Amore è l’unica cosa che si moltiplica dividendolo".  Avete mai guardato negli occhi di un altro e sentito un calore speciale dentro di voi?  È come se, per un momento, vedeste un pezzo della loro anima, qualcosa di profondo e unico.  Penso che quegli sguardi siano pieni d'amore, un amore che non ha bisogno di parole per essere compreso.  E poi ci sono le mani. Le mani che stringono altre mani, che accarezzano, che aiutano.  Le mani parlano un linguaggio che va oltre le parole.  Quando sento le mani di qualcuno che mi stringono forte, sento che non sono sola, che c'è qualcuno che è lì per me (mio nonno, mio padre). E un sorriso può illuminare una giornata storta e buia, può far sentire qualcuno speciale.  È come se, con un semplice gesto, dicessimo: "Io vedo

APPARIRE, AVERE, ESSERE (L'uomo senza volto)

Mi guardo allo specchio. Vedo un uomo che, per molti, rappresenta il successo: vesto bene, vivo di classe, sono in carriera.  Ogni mattina mi preparo con cura, scegliendo una camicia di Valentino, lucidando le scarpe, annodando una cravatta di seta, il venerdì senza. Non è solo una questione di apparenza, è un'esigenza, un ruolo che ho abbracciato e recito con dedizione.  Epperò, dietro questa maschera di perfezione, avverto un senso di vuoto, una superficialità che mi corrode da dentro. Ho un incarico di responsabilità. Ogni giorno prendo decisioni che influenzano la vita di molte persone.  Passano gli anni ed io ho una casa bella, la macchina di lusso ma sportiva, un conto in banca interessante. Ma quando mi guardo mi chiedo: chi sono?  Non ho la testa, mi sento senza una mia identità. Dov'è il mio volto, quello rimane nascosto dietro strati di finzione. Stati dell'io separati da un baratro di alienazione.  È come se fossi sparpagliato nei rivoli della finzione, ogni part

IL CAMBIAMENTO (La Forza)

La forza è anche, e soprattutto, una qualità dell'animo e della mente.  Non è solo la capacità di sollevare pesi o di affrontare avversità esterne.  La forza è quella tensione interiore che permette di costruire noi stessi, di superare le nostre debolezze e di distruggere le barriere mentali e spirituali che  ostacolano la nostra ricerca di libertà. Nel racconto di una vita ogni ostacolo, ogni sfida può diventare un'opportunità per crescere.  Le difficoltà che incontriamo, le debolezze che ci affliggono, possono essere trasformati in strumenti attraverso cui possiamo affinare la nostra consapevolezza e rafforzare la nostra volontà.  Nietzsche sottolineava l'importanza del superamento di sé: solo attraverso la lotta contro ciò che ci impedisce di realizzarci possiamo scoprire il nostro vero potenziale. Alle volte la vita ci presenta situazioni in cui sembra che tutto congiuri contro di noi.  Ma forse, è proprio in questi momenti che possiamo trovare un senso profondo e nasco

IL PUZZLE DELLA VITA (L'orto)

A sedici anni, la vita sembra...no non sembra , non ci si capisce niente.  Manca sempre qualcosa e qualcosa sempre si perde. Qualcuno si è divertito a sparpagliare i pezzi del mio puzzle. La vita ha un senso? Boh, io nel dubbio continuo a mettere insieme i frammenti. Mia madre è ossessionata dalla morte, a me e mio fratello ci ha appesantito di molto. Già, proprio quello che serve per aggiungere un po' di allegria alla mia esistenza adolescente.  Mamma ci diceva che sarebbe morta a 33 anni come Cristo, noi siamo rimasti con il fiato sospeso ma, da quando li ha compiuti (ed oggi ne ha 46) per noi ha perso di credibilità e tutto quel dice suona di ridicolo. Penso però alla mia stessa vita. Vale la pena di essere vissuta?  E mica c'è una risposta facile.  Anzi, la risposta potrebbe non esistere affatto. Mi chiedo: perché la società è così ossessionata dalla perfezione? Io non sopporto la mediocrità ma non mi voglio perdere nella ricerca della perfezione (scuola, musica, sport), an

CALL ME LITTLE SUNSHINE (LA REINCARNAZIONE? VORREI TANTO CREDERCI!)

Cadere nella fredda luce delle stelle, in quel buio silenzioso che avvolge ogni cosa, rifletto sulla fragilità dell'esistenza.  È un pensiero che affonda le radici nella notte dei tempi, una domanda senza risposta:  Cosa accade quando la nostra coscienza si dissolve?  Esiste qualcosa oltre la morte? "Call me Little Sunshine" risuona nella mente come un richiamo, una promessa di presenza.  Anche quando sei morto e sepolto, puoi sempre raggiungermi. Tutto quello che devi fare è chiamarmi.  La dolce illusione di un legame più forte del tempo e dello spazio, la folle idea che non si perda tutto con la morte, ma che ci sia un filo invisibile che ci leghi a ciò che amiamo. E se non si perdesse niente ma ci si ritrovasse altrove?  È un pensiero che mi fa sorridere, è solo una speranza. Immagino di poter rivedere i cani, i gatti, le persone care, le piante (la grande quercia della casa sull'albero).  In un'altra dimensione, in un luogo dove l'amore non conosce confini

I DIFETTI DEGLI ALTRI

Dicevano i latini: "Aliena vitia in oculis habemus a tergo nostra sunt", abbiamo sempre negli occhi i difetti degli altri, mentre i nostri li teniamo dietro le spalle.  Questa antica saggezza ci parla di un fenomeno umano universale: la tendenza a focalizzarci sulle mancanze altrui, ignorando o minimizzando le nostre.  La frase di Fedro, "Hac re videre nostra mala non possumus alii simul delinquunt censores sumus", ovvero, "in questo modo non possiamo vedere i nostri mali; appena gli altri sbagliano, siamo censori", rinforza questo concetto, evidenziando l'inclinazione a giudicare aspramente gli altri mentre siamo indulgenti con noi stessi. Questo comportamento è radicato in vari meccanismi mentali che si intrecciano per proteggere il nostro ego e mantenere un'immagine positiva di noi stessi.  Tra questi, la dissonanza cognitiva gioca un ruolo cruciale.  La teoria della dissonanza cognitiva, proposta da Leon Festinger nel 1957, sostiene che le pers